
Da Lama Martina a Prima Cala: il progetto della rivoluzione "green" a Molfetta
Funzionalità, mobilità sostenibile, zero impatto ambientale: i punti cardine del progetto
Molfetta - venerdì 18 marzo 2022
Un immenso polmone verde che da Lama Martina arriva fino alla Prima Cala e che potrebbe arrivare (magari), seguendo la linea naturale della costa, anche a Torre Gavetone.
E' il progetto che gli uffici comunali di Molfetta hanno predisposto e che potrebbe trovare realizzazione in caso di accettazione ai finanziamenti derivanti dal PNRR.
Dalle parti di Lama Scotella se ne parla con toni entusiasti perchè l'obiettivo resta "l'attivazione funzionale del parco e della sua integrazione con il tessuto urbano consolidato", è scritto nelle carte del progetto stesso da cui si apprende anche della visione alla base della sua ideazione e cioè "l'elemento Lama non più visto come elemento detrattore dell'edificazione ma come anello di unione e di cucitura tra la città e la campagna, tra la periferia e il mare, tra le nuove zone di espansione e la città consolidata".
Che cosa potrebbe aversi, allora?
Si inizierebbe dallo sviluppo di percorsi ciclo-pedonali sterrati, per oltre 4 km; anzi "la lieve pendenza e la regolarizzazione dei tracciati - scrivono i tecnici - consente l'uso degli stessi anche alle persone diversamente abili".
Il recupero e rifunzionaIizzazione degli immobili e degli elementi antropici esistenti ovvero "pagghiar", "casine", muri a secco e costruzioni rupestri: "parte di questi immobili, quelli con un valore storico, verranno recuperati salvaguardandone la ricostruzione con idonei materiali. Alcuni immobili saranno predisposti alla ricezione ricreativo-turistica, e verranno riqualificati anche dal punto di vista energetico". Il tutto reso maggiormente fruibile con l'installazione anche di indicatori dei percorsi e didattici, aree di sosta con panchine, strutture rifugio, cartelli segnalatori, staccionate di separazione, aree di fitness all'aperto.
Le aree libere, interne alla Lama, dovrebbero essere destinate alla coltivazione di orti urbani e didattici mentre nuova flora autoctona potrebbe essere pinatata.
Inoltre potrebbe aversi la "realizzazione - spiegano i tecnici - di un sottopasso ciclo-pedonale di dimensioni pari a 4 m di larghezza e 3 m di altezza riducendo al minimo l'uso del calcestruzzo e creando pendii naturali" senza tralasciare la realizzazione di piccoli marciapiedi in corrispondenza dei punti antropizzati prossimi alla Lama.
Il collegamento con la Prima Cala dovrebbe, invece, aversi attraverso l'esproprio "di una porzione del parco della Lama, quella non interessata dai comparti edificatori" ed è qui che potrebbe prendere forma "solo il percorso ciclopedonale con una delimitazione dello stesso con staccionate lignee".
Trattandosi di un Lama e di interventi che la riguardano ci sarebbe anche la realizzazione di "un sistema di allerta idrometeorologico per coniugare la naturale funzione della lama, ossia il deflusso delle acque dì ruscellamento superficiale verso il mare durante le precipitazioni e le alluvioni, con la sicura fruizione della stessa da parte dei cittadini".
E' il progetto che gli uffici comunali di Molfetta hanno predisposto e che potrebbe trovare realizzazione in caso di accettazione ai finanziamenti derivanti dal PNRR.
Dalle parti di Lama Scotella se ne parla con toni entusiasti perchè l'obiettivo resta "l'attivazione funzionale del parco e della sua integrazione con il tessuto urbano consolidato", è scritto nelle carte del progetto stesso da cui si apprende anche della visione alla base della sua ideazione e cioè "l'elemento Lama non più visto come elemento detrattore dell'edificazione ma come anello di unione e di cucitura tra la città e la campagna, tra la periferia e il mare, tra le nuove zone di espansione e la città consolidata".
Che cosa potrebbe aversi, allora?
Si inizierebbe dallo sviluppo di percorsi ciclo-pedonali sterrati, per oltre 4 km; anzi "la lieve pendenza e la regolarizzazione dei tracciati - scrivono i tecnici - consente l'uso degli stessi anche alle persone diversamente abili".
Il recupero e rifunzionaIizzazione degli immobili e degli elementi antropici esistenti ovvero "pagghiar", "casine", muri a secco e costruzioni rupestri: "parte di questi immobili, quelli con un valore storico, verranno recuperati salvaguardandone la ricostruzione con idonei materiali. Alcuni immobili saranno predisposti alla ricezione ricreativo-turistica, e verranno riqualificati anche dal punto di vista energetico". Il tutto reso maggiormente fruibile con l'installazione anche di indicatori dei percorsi e didattici, aree di sosta con panchine, strutture rifugio, cartelli segnalatori, staccionate di separazione, aree di fitness all'aperto.
Le aree libere, interne alla Lama, dovrebbero essere destinate alla coltivazione di orti urbani e didattici mentre nuova flora autoctona potrebbe essere pinatata.
Inoltre potrebbe aversi la "realizzazione - spiegano i tecnici - di un sottopasso ciclo-pedonale di dimensioni pari a 4 m di larghezza e 3 m di altezza riducendo al minimo l'uso del calcestruzzo e creando pendii naturali" senza tralasciare la realizzazione di piccoli marciapiedi in corrispondenza dei punti antropizzati prossimi alla Lama.
Il collegamento con la Prima Cala dovrebbe, invece, aversi attraverso l'esproprio "di una porzione del parco della Lama, quella non interessata dai comparti edificatori" ed è qui che potrebbe prendere forma "solo il percorso ciclopedonale con una delimitazione dello stesso con staccionate lignee".
Trattandosi di un Lama e di interventi che la riguardano ci sarebbe anche la realizzazione di "un sistema di allerta idrometeorologico per coniugare la naturale funzione della lama, ossia il deflusso delle acque dì ruscellamento superficiale verso il mare durante le precipitazioni e le alluvioni, con la sicura fruizione della stessa da parte dei cittadini".