Claudio Nappi
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Cronaca

Claudio Nappi da Molfetta all'Emilia Romagna per dare il proprio contributo

Lui e sua moglie Federica sono impegnati in prima linea a Sant'Agata Bolognese

La drammatica alluvione ha colpito la regione dell'Emilia Romagna nei giorni scorsi, causando un'ampia devastazione e mettendo a dura prova le comunità locali, è un'emergenza ancora non risolta vista la situazione di maltempo che persiste su tutta l'area. Le piogge torrenziali hanno innescato un repentino innalzamento dei livelli dei fiumi, travolgendo interi paesi e città.

I danni materiali sono stati ingenti, con abitazioni, infrastrutture e terreni agricoli gravemente colpiti. Le acque in piena hanno travolto tutto ciò che incontravano lungo il loro cammino.
Le autorità locali e nazionali hanno dichiarato lo stato di emergenza nella regione e stanno coordinando gli sforzi di soccorso e di assistenza alle persone colpite. Le squadre di soccorso e i volontari si sono mobilitati immediatamente per cercare di salvare vite umane e fornire assistenza alle persone colpite.

Tra di loro, possiamo ammirare anche un nostro concittadino, Claudio Nappi, che assieme a sua moglie, ha aiutato la gente a ripulire le zone colpite. «La maggior parte degli aiuti e dei volontari sono arrivati tutti dall'hinterland di Cesena, grazie a gruppi telegram creati per veicolare le varie informazioni; tutte le altre frazioni vicine, son state raggiunte dai volontari mediante i canonici passa parola, inviati da "amici di amici».

«Io e mia moglie Federica si siamo recati a Sant'Agata Bolognese, dove intere porzioni delle città erano sommerse dal fango. La reattività dei volontari e della gente comune ha anticipato e integrato aiuti comunali e regionali, spesso insufficienti per coprire tutte le zone coinvolte. Anche la tecnologia è stata molto utile: applicazioni di messaggistica, assieme ai social network, hanno aiutato a segnalare le zone con maggior bisogno di aiuto e le app di navigazione come waze e google maps, hanno permesso il raggiungimento delle zone senza intoppi, poiché aggiornate in tempo reale, in base alla chiusura delle varie vie».

«La parte più devastante è stata vedere la gente fissare cumuli di ricordi sommersi e distrutti dal fango; vedere l'acqua spazzare via tutto ciò che fino a quel momento quelle persone avevano costruito ma, nonostante questo, si sono rimboccati le maniche, chi con degli attrezzi, o chi con dei banchetti per il "ristoro", con la sola voglia di ricominciare».
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