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Alessandro Spadavecchia e il suo nuovo libro: da Molfetta alla scoperta del mondo
Da poco è tornato in città, dopo aver girovagato e toccato paesi sconosciuti anche alle cartine geografiche
Molfetta - giovedì 30 ottobre 2025
Abbiamo incontrato Alessandro Spadavecchia davanti ad un caffè: da poco è tornato a Molfetta, dopo aver girovagato nel mondo e aver toccato paesi sconosciuti anche alle cartine geografiche. Affascinati dalla sua storia ce la siamo fatta raccontare facendo quattro chiacchiere con lui e, non spostandoci dal tavolino del bar, abbiamo viaggiato in lungo e in largo.
Quando hai deciso di cambiare vita e cominciare a viaggiare?
"Ho deciso di cambiare vita in seguito a una sofferenza esistenziale profonda. Avevo smesso di avere voglia di vivere, avevo perso la bellezza delle piccole cose. La routine non poteva essere tutto. Sentivo che la vita aveva qualcosa di più da offrirmi, ma quel "più" non era fuori, era dentro di me.
Così ho iniziato a cercare la mia vera natura, la mia vocazione, il mio posto nel mondo. Mi sono messo sulle tracce della mia luce, quella che Dio dona a ciascuno di noi ancora prima del concepimento. Ho compreso che quella luce va scoperta e condivisa con la vita, i gesti, le parole, le opere.
Mi sentivo stretto nell'ambiente in cui vivevo, come un'anima in gabbia. Per trent'anni avevo seguito l'idea di sistemarmi: trovare un lavoro, accumulare soldi. Ma senza libertà, la stabilità diventa prigione. Poi arrivò un viaggio, il primo respiro dopo anni di apnea. Dimenticai giorni, orologi, convenzioni. Conobbi il nomadismo digitale e persone che vivevano davvero, tra cui una guida con più di trenta Paesi visitati e uno sguardo luminoso. Vidi me stesso sopravvivere e decisi di partire. Il viaggio fu l'inizio della mia rinascita".
Come ti sei mantenuto durante il viaggio?
Prima di partire cambiai lavoro e mi immersi nella scrittura.
Decisi di scrivere sul serio. Studiando copywriting, facendo tirocinio e scrivendo gratis per siti web, arrivai a essere segnalato da un noto tour operator. Così potei pagarmi cibo, alloggio e chilometri del mio sogno: la scrittura mi permise di vivere, non solo di sopravvivere".
Cosa è successo e chi hai incontrato lungo il cammino?
"Ogni viaggio prende senso dalle persone. In Laos un camionista mi fece salire su un mezzo sgangherato, mi offrì il pranzo, la sua branda e il ventilatore. In Vietnam, tra le montagne verso Ha Giang, una famiglia mi accolse in casa al calar del sole, offrendo riparo e cibo.
E poi c'era Mac, incontrato in viaggio e ritrovato ad Hanoi, che mi parlò della notte oscura dell'anima: il momento in cui tutto sembra perduto, ma in cui l'anima si risveglia più autentica e forte. Ogni incontro, gesto gentile o deviazione diventava un frammento del disegno più grande che chiamiamo vita".
Alla fine è nato un libro: perché hai deciso di scriverlo?
"Quando compresi come la società ci spegne e ci opprime, nacque l'urgenza viscerale di condividere ciò che avevo scoperto. Non potevo tenermelo per me. Il Seme della Ribellione nasce per far conoscere ai giovani e a chiunque senta la propria vita bloccata, che possiamo spegnere il conformismo e accendere la nostra luce.
Non è solo un libro di viaggio: è un percorso di rinascita. Racconta come scoprire il proprio valore unico, come affrontare le difficoltà e trasformarle in forza, come diventare Lupi Bianchi in un mondo di Orsi addormentati.
Chi leggerà queste pagine non troverà solo un racconto di viaggio: troverà un percorso di consapevolezza, un cammino che parte dal corpo e arriva all'anima. Ci sono luoghi lontani, l'Italia, il Vietnam, la Cambogia, il Laos e la Romania, ma soprattutto ci sono incontri che valgono più di un timbro su un passaporto: volti, sorrisi, amori, perdite, coincidenze che forse coincidono con un disegno divino più grande".
Qual è il messaggio più profondo che desideri lasciare al lettore?
«Pensate di più alla morte, non per paura ma per amore della vita. Il tempo non è infinito. Ribellatevi a ciò che vi rallenta, che vi anestetizza, che vi tiene imprigionati. Bruciate ciò che vi limita e rinascete. Guardate dentro il vostro dolore, accendetelo e lasciate che diventi luce. La morte è un promemoria: ogni respiro è un'opportunità per scegliere chi essere. Non siete rotti, siete in trasformazione. Diventate ciò che siete chiamati a essere.»
Sicuramente sarà anche questo un viaggio emozionante che coinvolgerà lettori e ospiti dei tuoi incontri.
Quando hai deciso di cambiare vita e cominciare a viaggiare?
"Ho deciso di cambiare vita in seguito a una sofferenza esistenziale profonda. Avevo smesso di avere voglia di vivere, avevo perso la bellezza delle piccole cose. La routine non poteva essere tutto. Sentivo che la vita aveva qualcosa di più da offrirmi, ma quel "più" non era fuori, era dentro di me.
Così ho iniziato a cercare la mia vera natura, la mia vocazione, il mio posto nel mondo. Mi sono messo sulle tracce della mia luce, quella che Dio dona a ciascuno di noi ancora prima del concepimento. Ho compreso che quella luce va scoperta e condivisa con la vita, i gesti, le parole, le opere.
Mi sentivo stretto nell'ambiente in cui vivevo, come un'anima in gabbia. Per trent'anni avevo seguito l'idea di sistemarmi: trovare un lavoro, accumulare soldi. Ma senza libertà, la stabilità diventa prigione. Poi arrivò un viaggio, il primo respiro dopo anni di apnea. Dimenticai giorni, orologi, convenzioni. Conobbi il nomadismo digitale e persone che vivevano davvero, tra cui una guida con più di trenta Paesi visitati e uno sguardo luminoso. Vidi me stesso sopravvivere e decisi di partire. Il viaggio fu l'inizio della mia rinascita".
Come ti sei mantenuto durante il viaggio?
Prima di partire cambiai lavoro e mi immersi nella scrittura.
Decisi di scrivere sul serio. Studiando copywriting, facendo tirocinio e scrivendo gratis per siti web, arrivai a essere segnalato da un noto tour operator. Così potei pagarmi cibo, alloggio e chilometri del mio sogno: la scrittura mi permise di vivere, non solo di sopravvivere".
Cosa è successo e chi hai incontrato lungo il cammino?
"Ogni viaggio prende senso dalle persone. In Laos un camionista mi fece salire su un mezzo sgangherato, mi offrì il pranzo, la sua branda e il ventilatore. In Vietnam, tra le montagne verso Ha Giang, una famiglia mi accolse in casa al calar del sole, offrendo riparo e cibo.
E poi c'era Mac, incontrato in viaggio e ritrovato ad Hanoi, che mi parlò della notte oscura dell'anima: il momento in cui tutto sembra perduto, ma in cui l'anima si risveglia più autentica e forte. Ogni incontro, gesto gentile o deviazione diventava un frammento del disegno più grande che chiamiamo vita".
Alla fine è nato un libro: perché hai deciso di scriverlo?
"Quando compresi come la società ci spegne e ci opprime, nacque l'urgenza viscerale di condividere ciò che avevo scoperto. Non potevo tenermelo per me. Il Seme della Ribellione nasce per far conoscere ai giovani e a chiunque senta la propria vita bloccata, che possiamo spegnere il conformismo e accendere la nostra luce.
Non è solo un libro di viaggio: è un percorso di rinascita. Racconta come scoprire il proprio valore unico, come affrontare le difficoltà e trasformarle in forza, come diventare Lupi Bianchi in un mondo di Orsi addormentati.
Chi leggerà queste pagine non troverà solo un racconto di viaggio: troverà un percorso di consapevolezza, un cammino che parte dal corpo e arriva all'anima. Ci sono luoghi lontani, l'Italia, il Vietnam, la Cambogia, il Laos e la Romania, ma soprattutto ci sono incontri che valgono più di un timbro su un passaporto: volti, sorrisi, amori, perdite, coincidenze che forse coincidono con un disegno divino più grande".
Qual è il messaggio più profondo che desideri lasciare al lettore?
«Pensate di più alla morte, non per paura ma per amore della vita. Il tempo non è infinito. Ribellatevi a ciò che vi rallenta, che vi anestetizza, che vi tiene imprigionati. Bruciate ciò che vi limita e rinascete. Guardate dentro il vostro dolore, accendetelo e lasciate che diventi luce. La morte è un promemoria: ogni respiro è un'opportunità per scegliere chi essere. Non siete rotti, siete in trasformazione. Diventate ciò che siete chiamati a essere.»
Sicuramente sarà anche questo un viaggio emozionante che coinvolgerà lettori e ospiti dei tuoi incontri.



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