Giovanni Assi delegato Confapi Puglia per Lavoro e Welfare PH MassimoCangelli
Giovanni Assi delegato Confapi Puglia per Lavoro e Welfare PH MassimoCangelli

ZES unica e decreto "Milleproroghe”, riflessione del dott. Giovanni Assi

«Occorre adottare una programmazione pluriennale delle politiche del lavoro, fondata su regole chiare e tempi certi»

In merito alle proroghe in materia di lavoro nel Decreto "Milleproroghe" e sulla percentuale di contributi riservate alle aziende che hanno effettuato investimenti nella ZES Unica, pubblichiamo una dichiarazione del dott. Giovanni Assi (consulente del lavoro, ​massimo esponente in relazioni industriali, già rappresentante di diverse associazioni datoriali).

«Il Decreto Milleproroghe interviene in materia di lavoro prorogando strumenti che incidono in modo rilevante sulle scelte occupazionali delle imprese. Il differimento al 31 dicembre 2026 delle misure di incentivo all'occupazione giovanile e femminile consente di garantire la continuità applicativa di interventi che rappresentano un supporto concreto alla creazione e alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro.

Tali misure assumono un rilievo significativo anche per le imprese operanti nei territori a maggiore fragilità economica, tra cui il Mezzogiorno, dove il sostegno al costo del lavoro continua a costituire una leva importante per la sostenibilità delle politiche occupazionali.

Resta tuttavia evidente come il ricorso sistematico a proroghe adottate a ridosso delle scadenze normative non favorisca una reale capacità di programmazione da parte delle imprese. La pianificazione degli investimenti, delle assunzioni e delle politiche del personale richiede certezze temporali e un quadro regolatorio stabile, condizioni che non possono dipendere da interventi emergenziali di fine anno.

Sotto il profilo politico-istituzionale, appare ormai non più rinviabile una scelta di metodo da parte del legislatore e del Governo: superare una prassi fondata su proroghe successive e adottare una programmazione pluriennale delle politiche del lavoro, fondata su regole chiare, tempi certi e strumenti strutturali. Solo in questo modo le misure pubbliche a sostegno dell'occupazione potranno trasformarsi da risposte contingenti a leve effettive di sviluppo, responsabilizzando il sistema produttivo e rafforzando il rapporto di fiducia tra imprese e istituzioni».

Inoltre il dott. Assi esprime rammarico sull'ultima decisione riservata alle aziende che hanno effettuato investimenti nelle zone della ZES UNICA (Provvedimento del 12/12/2025). «Il ridimensionamento del credito d'imposta per la ZES Unica 2025 al 60,38% non può che essere valutato negativamente. Un intervento di questo tipo, definito solo a valle delle domande presentate, finisce per penalizzare le imprese che hanno programmato investimenti confidando in un quadro incentivante pieno. È una scelta che indebolisce la credibilità dello strumento e tradisce la finalità originaria della ZES: attrarre capitali e dare stabilità alle decisioni industriali nel Mezzogiorno. Senza certezza delle risorse e una pianificazione ex ante più realistica, il rischio è quello di trasformare una leva di sviluppo in un fattore di incertezza».
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