Un mese esatto alla finale mondiale per Claudio Squeo: «Voglio dare tutto»

Le parole del pugile di Molfetta in vista della sfida contro l'australiano Opetaia

giovedì 8 maggio 2025
Fra esattamente un mese, domenica 8 giugno, Claudio Squeo entrerà in un'arena dall'altra parte del mondo per tentare l'impresa della vita: conquistare il titolo mondiale IBF dei pesi cruiser. L'appuntamento è fissato al Gold Coast Convention Centre di Broadbeach, in Australia, dove il pugile molfettese sfiderà il campione in carica, Jai Opetaia, uno dei talenti più temuti del panorama internazionale.

L'annuncio del match ha colto di sorpresa gli appassionati italiani, ma per Squeo non è stato un fulmine a ciel sereno. «Sono stato contattato dalla Tasman Fighters circa un mese fa», racconta. «Quando mi hanno proposto il mondiale, ho pensato fosse uno scherzo. Ma in cuor mio sentivo che il 2024 mi avrebbe riservato qualcosa di grande. Pensavo a un'eliminatoria, magari. Invece è arrivata la chiamata giusta, quella che ogni pugile sogna per una vita».

La scelta di Opetaia, che difenderà volontariamente la sua cintura, è caduta sul pugile italiano per motivi precisi. «Quando sei nei primi 15 del ranking IBF, puoi essere scelto per una difesa volontaria. Credo che quelli davanti a me abbiano rifiutato. Non mi sorprende: Opetaia è fortissimo, non è un cliente facile per nessuno». Squeo è un pugile noto per il suo stile aggressivo, frontale, sempre a caccia del contatto. Ma sa bene che contro un fuoriclasse come Opetaia, servirà intelligenza tattica. «Sarà il ring a dire quale strategia adotterò. Puoi preparare un piano per settimane, ma poi sono le situazioni a determinare l'andamento del match. Devi essere pronto a tutto».

I suoi modelli di riferimento? «Mike Tyson è un'icona, certo. Ma ho sempre amato anche Sonny Liston e David Tua. Tra gli attuali mi piacciono molto Artur Beterbiev e Canelo Alvarez. Pugili completi, tosti, intelligenti. Un passaggio importante nella sua preparazione psicologica è arrivato l'anno scorso, durante il durissimo incontro contro Niklas Rasanen. In quell'occasione, dopo aver subito un colpo alle costole che gli ha causato un'incrinatura, ha resistito per nove round e ha portato a casa la vittoria. «Quel match mi ha insegnato che oltre ai muscoli, serve una testa fortissima. Puoi vincere anche senza braccia, se hai la giusta determinazione. Io non mollo mai».

Ora la preparazione entra nella fase cruciale. Per affrontare un mancino tecnico e potente come Opetaia, serviranno sparring partner mirati. «Non basta allenarsi con chiunque. Morejon è forte, ma è un massimo, non adatto. Fabio Turchi è uno dei pochi che stimo davvero tra i cruiser italiani, ha affrontato avversari importanti, ma nemmeno lui ha le caratteristiche ideali per simulare Opetaia. Cercherò qualcuno che mi metta nelle condizioni giuste per arrivare pronto».

A un mese dal match, la tensione cresce. Ma anche la consapevolezza. «Credo nell'impresa al 50%. Perché il pugilato è imprevedibile. Ho due braccia io, come le ha lui. Chi mi dà per spacciato, non conosce Claudio Squeo».