Verde pubblico, il WWF accusa: «Alberi abbattuti senza criterio»

Salvemini elenca «alberi sofferenti, altri privi di tutore, molti potati in un periodo errato»

domenica 15 novembre 2020
Tornano nel mirino a Molfetta le potature degli alberi. Il verde pubblico, oltre le funzioni ambientali, svolge indubbiamente anche una funzione estetica: osservare una siepe fiorita e parchi rigogliosi dà sensazioni positive e producono un benessere psico-fisico del quale abbiamo bisogno, soprattutto in periodo di Covid.

«Nella nostra città - denuncia Pasquale Salvemini, che già un anno fa, durante l'abbattimento di un pino in piazza Moro, tuonò contro la cattiva gestione del verde urbano - avviene prevalentemente il contrario: ci sono alberi sofferenti, con foglie ingiallite, altri da poco piantati e privi di tutore, in grave crisi idrica o già secchi, altri ancora potati (o più spesso capitozzati) in un periodo errato dimenticando che la chioma di un albero accoglie anche le nidificazioni di vari volatili».

Ed ancora: «Splendide siepi stroncate e ridotte a filari di fusti alti mezzo metro, alberi attaccati da parassiti e lasciati in misere condizioni». Diversi gli esempi di cattiva gestione del verde citati dal referente regionale del WWF Puglia: «I giovanissimi lecci di via papa Giovanni XXIII, i tigli di via capitano Azzarita, i ligustri di via Gaetano Salvemini, le lagerstroemie di corso Fornari, gli oleandri (pesantemente attaccati dalla cocciniglia) di corso Umberto e la siepe di via Berlinguer».

Verde pubblico, il WWF accusa: «Alberi abbattuti senza criterio»
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Salvemini, inoltre, lamenta «la manutenzione della siepe perimetrale della villa comunale, la distruzione delle splendide euforbie presenti in piazza Immacolata, piante uniche nel nostro territorio comunale; sono stati tagliati due monumentali cipressi al cimitero, è stato ucciso con tagli di radici ed una drastica potatura un pino a piazza Moro. Questi sono alcuni esempi di uno scempio che va avanti da anni e che vede le piante essere uno strumento di scambio elettorale».

I lavori sono iniziati senza il minimo rispetto delle norme sulla tutela dei nidi e nidiacei, denuncia il delegato regionale della Lega Anti Caccia: «La situazione che ci fa più rabbia è la distruzione senza nessun tipo di rispetto delle buone pratiche di potature degli alberi nel Parco di Mezzogiorno. Dopo vari anni di chiusura del Parco si era creato un biotopo particolarmente interessante con la presenza di specie animali di rilievo, ma gli ultimi abbattimenti hanno distrutto tutto».

«La gestione e la manutenzione del verde cittadino sono importanti, ma si bada - conclude Salvemini - prevalentemente alla quantità, non alla qualità che implica competenza. Sembra, infatti, che le risorse non manchino, ma andrebbero utilizzate in modo adeguato, seguendo le procedure dettate dalla competenza».