Uno spettacolo per commemorare la Shoah a Molfetta

Evento patrocinato dal Comune

domenica 27 gennaio 2019 17.23
A cura di Matteo Diamante
Un'interpretazione nuova, diversa, carica di pathos e sofferenza. E ancora, scene a volte forti, strazianti, per un finale non così scontato. Questo ma molto altro ancora è stato "Processo a Dio", la rappresentazione teatrale tenutasi sabato scorso nel Teatro Regina Pacis di Molfetta, organizzato dall'Associazione Artemia e patrocinato dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Molfetta, nell'ambito delle celebrazioni dedicate alla Giornata della Memoria.

La compagnia Theatrum, con l'accompagnamento musicale del gruppo Luna, Croce e Stella di Francesco Attolini, Stefano Attolini e Lillo Gabriele, hanno portato in scena una visione differente della sofferenza nei lager nazisti. Quell'odio antisemita, capace di dare vita ad uno dei più atroci ed incedibili genocidi della storia dell'umanità, nella rappresentazione teatrale viene quasi capovolto, alla ricerca di una responsabilità imputata a Dio, presente in tutte le sue forme anche nel campo di concentramento di Majdanek, ma inspiegabilmente silente e quasi complice di quanto in quegli anni è accaduto. Questo è il pensiero della protagonista di "Processo a Dio", Elga Firsch, scampata allo sterminio nei lager e famosa attrice di teatro. E' proprio lei con tutto il suo dolore, la sua sofferenza, il suo svuotamento, senza aver mai perso la propria dignità di donna e di persona, a convincere alcuni sopravvissuti a seguirla in un' insolita impresa al solo scopo di ricercare un colpevole e alleggerire l'animo e la coscienza dall'assurdità dell'odio razziale e dello sterminio nazista. Ben cinque i capi d'accusa portati da Elga Firsch contro Dio, tra i quali il tradimento e l'inganno. D'altra parte, negare l'esistenza di quell'entità vorrebbe dire mettere in discussione l'esistenza stessa di Dio, o meglio credere alla possibilità che una tragedia di tale portata possa essere generata da un mero concorso di casualità. E da qui che nasce quell'interrogativo che ha tenuto incollati gli spettatori alla propria poltrona: Dio contro l'uomo o l'uomo contro Dio? Ebbene, e se l'uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, avesse voluto così tanto prenderne le sembianze da voler essere lui o prenderne il posto? Ecco allora forse Dio sarebbe innocente o vittima di un malvagio progetto umano di sterminio. E' proprio questo concetto, a tratti filosofico, ad essere filo conduttore di uno spettacolo per certi versi unico, in due atti, scritto da Stefano Massini, fiorentino, una delle voci più importanti fra i nuovi autori del teatro italiano, nonché vincitore di numerosi premi e riconoscimenti tra cui: Premio Nazionale della Critica, Piccolo Teatro di Milano, 2007; Premio Campiello; Premio letterario internazionale Mondello; Premio Vittorio De Sica per la letteratura.
A Molfetta, invece, rimane un messaggio nuovo e diverso su cui riflettere, per non dimenticare…mai.