Unione sindacale di Base davanti all'ospedale di Molfetta per lo sciopero nazionale della sanità
L'astensione il 21 maggio prossimo in tutta Italia
mercoledì 19 maggio 2021
7.55
Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa da parte di Unione Sindacale di Base Molfetta
"In occasione dello sciopero nazionale della sanità indetto dall'unione Sindacale di Base venerdì 21 maggio 2021 le lavoratrici e i lavoratori della sanità terranno un presidio/volantinaggio presso l'ospedale civile Molfetta "Don Tonino Bello" a partire dalle ore 07:00 del mattino.
Se sbagliare è umano, perseverare nell'errore è sicuramente diabolico e chi, ottimisticamente, pensava che la pandemia avrebbe portato a individuare la tutela della salute e la spesa sanitaria come prezioso investimento e non come una spesa da abbattere, rimarrà deluso. Nessun cambio di passo né di visione anzi, quello che si profila, è un brusco ritorno alla gestione e al finanziamento del SSN pre-pandemia. Il DEF del mese scorso certifica infatti che nel triennio 2022-2024 la spesa sanitaria dovrà essere portata al 6,3% del PIL, con una riduzione di un punto rispetto a quella attuale, confermando la previsione di spesa fatta nel 2019 e questo, di fatto, va a significare che le maggiori spese per il personale sanitario, comunque in gran parte precario, per l'aumento dei posti letto di terapia intensiva e per la diagnostica legata al Covid, sostenute per affrontare la pandemia non saranno consolidate e l'Italia tornerà ad avere una spesa sanitaria inferiore alla media UE e drammaticamente inferiore a quella di nazioni avanzate quali, a esempio, Francia e Germania.
E che per la salute della popolazione e della sanità in generale, non ci sarà un lieto fine è chiaro anche dall'analisi del PNRR che destina alla Sanità, a fronte dei tagli che hanno decimato ospedali, posti letto e personale, le risorse più basse. Risorse che sono destinate in gran parte alla digitalizzazione, alla telemedicina e all'aggiornamento tecnologico, mentre quanto stanziato per il rafforzamento dei servizi domiciliari e dei servizi territoriali attraverso le centrali operative territoriali e le case della salute, di fatto gli attuali distretti di base, rappresenta un ricco piatto sul quale, rapaci, sono pronti a banchettare il terzo settore e il privato convenzionato.
Altro che potenziamento della sanità pubblica, ci troviamo di fronte a un quadro nel quale, in assenza di qualsiasi ipotesi di assunzione di personale sanitario, tutti i servizi saranno appaltati e dati in gestione proseguendo così nella privatizzazione della sanità che, come verificato ampiamente durante l'emergenza Covid, così tante conseguenze ha provocato nelle regioni nelle quali il processo è più avanzato.
USB, con lo sciopero del settore sanità proclamato per il 21 maggio, scenderà in piazza per manifestare la propria opposizione a questa impostazione e rivendicare un modello sanitario che sia realmente al servizio dei bisogni della popolazione e che elimini le diseguaglianze territoriali, per la reinternalizzazione dei servizi appaltati, per assunzioni stabili e l'eliminazione di qualsiasi forma di precariato"
"In occasione dello sciopero nazionale della sanità indetto dall'unione Sindacale di Base venerdì 21 maggio 2021 le lavoratrici e i lavoratori della sanità terranno un presidio/volantinaggio presso l'ospedale civile Molfetta "Don Tonino Bello" a partire dalle ore 07:00 del mattino.
Se sbagliare è umano, perseverare nell'errore è sicuramente diabolico e chi, ottimisticamente, pensava che la pandemia avrebbe portato a individuare la tutela della salute e la spesa sanitaria come prezioso investimento e non come una spesa da abbattere, rimarrà deluso. Nessun cambio di passo né di visione anzi, quello che si profila, è un brusco ritorno alla gestione e al finanziamento del SSN pre-pandemia. Il DEF del mese scorso certifica infatti che nel triennio 2022-2024 la spesa sanitaria dovrà essere portata al 6,3% del PIL, con una riduzione di un punto rispetto a quella attuale, confermando la previsione di spesa fatta nel 2019 e questo, di fatto, va a significare che le maggiori spese per il personale sanitario, comunque in gran parte precario, per l'aumento dei posti letto di terapia intensiva e per la diagnostica legata al Covid, sostenute per affrontare la pandemia non saranno consolidate e l'Italia tornerà ad avere una spesa sanitaria inferiore alla media UE e drammaticamente inferiore a quella di nazioni avanzate quali, a esempio, Francia e Germania.
E che per la salute della popolazione e della sanità in generale, non ci sarà un lieto fine è chiaro anche dall'analisi del PNRR che destina alla Sanità, a fronte dei tagli che hanno decimato ospedali, posti letto e personale, le risorse più basse. Risorse che sono destinate in gran parte alla digitalizzazione, alla telemedicina e all'aggiornamento tecnologico, mentre quanto stanziato per il rafforzamento dei servizi domiciliari e dei servizi territoriali attraverso le centrali operative territoriali e le case della salute, di fatto gli attuali distretti di base, rappresenta un ricco piatto sul quale, rapaci, sono pronti a banchettare il terzo settore e il privato convenzionato.
Altro che potenziamento della sanità pubblica, ci troviamo di fronte a un quadro nel quale, in assenza di qualsiasi ipotesi di assunzione di personale sanitario, tutti i servizi saranno appaltati e dati in gestione proseguendo così nella privatizzazione della sanità che, come verificato ampiamente durante l'emergenza Covid, così tante conseguenze ha provocato nelle regioni nelle quali il processo è più avanzato.
USB, con lo sciopero del settore sanità proclamato per il 21 maggio, scenderà in piazza per manifestare la propria opposizione a questa impostazione e rivendicare un modello sanitario che sia realmente al servizio dei bisogni della popolazione e che elimini le diseguaglianze territoriali, per la reinternalizzazione dei servizi appaltati, per assunzioni stabili e l'eliminazione di qualsiasi forma di precariato"