Rifiuti edili abbandonati fra gli ulivi: sequestrata un'azienda di Molfetta
Operazione della Guardia di Finanza e della Polizia Metropolitana: denunciato l'amministratore per smaltimento illecito di rifiuti
giovedì 9 ottobre 2025
14.38
Avrebbero trasformato tre terreni agricoli nelle campagne di Molfetta in altrettante discariche abusive in cui sversare illecitamente materiale di scarto e di risulta delle attività edili. Per questo motivo, il titolare di un'impresa edile di Molfetta, ora sottoposta a sequestro preventivo, è indagato per smaltimento illecito di rifiuti.
Il personale della Guardia di Finanza e della Polizia Metropolitana di Bari, infatti, ha infatti eseguito un decreto di sequestro preventivo del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Marina Chiddo, nei confronti del complesso aziendale di una società operante nel settore edile. I sigilli sono scattati non solo su un'unità operativa di Molfetta e sugli immobili nei quali viene svolta l'attività, ma anche sui beni aziendali e su tre terreni agricoli del valore di oltre 100mila euro.
«Il provvedimento scaturisce da un'attività d'indagine - è scritto in una nota -, dopo la quale sono emerse ipotesi penalmente rilevanti a carico del rappresentante legale della società e di un dipendente per la violazione del Testo Unico Ambientale. In particolare, l'attività, con l'ausilio di foto-trappole, ha consentito di rilevare molteplici abbandoni di rifiuti, pure pericolosi, derivanti dall'attività di demolizione e costruzione per un totale di 35.000 chilogrammi su fondi di cittadini privati».
L'imprenditore, quindi, per il pubblico ministero della Procura della Repubblica di Trani, Giuseppe Francesco Aiello, avrebbe ridotto in discariche a cielo aperto tre terreni di Molfetta, sversando al loro interno 35 tonnellate di rifiuti. «Il provvedimento coinvolge sia l'amministratore, come indagato per lo smaltimento illecito di rifiuti, sia l'azienda da questi rappresentata, a cui vengono contestate le violazioni in materia di responsabilità amministrativa degli enti, nonché un dipendente».
Intanto, in attesa di nuovi sviluppi (i finanzieri stanno ricostruendo i risvolti fiscali dell'attività illecita), è stata disposta la nomina di un amministratore giudiziario per la società sequestrata. «L'operazione - si legge ancora - costituisce un'ulteriore testimonianza del costante presidio alla legalità assicurato dalla Procura della Repubblica di Trani per la repressione degli illeciti ambientali, con una peculiare attenzione all'accertamento delle forme di gestione illecita del ciclo dei rifiuti».
I fenomeni illeciti legati alla gestione del ciclo dei rifiuti, infatti, «costituiscono una fonte potenziale di danno per tutto il territorio dell'area metropolitana ritenuto, da sempre, una risorsa da tutelare, oltre che forieri di ripercussioni, in termini di responsabilità, nei confronti dei cittadini lesi nella salvaguardia della loro salute».
Il personale della Guardia di Finanza e della Polizia Metropolitana di Bari, infatti, ha infatti eseguito un decreto di sequestro preventivo del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Marina Chiddo, nei confronti del complesso aziendale di una società operante nel settore edile. I sigilli sono scattati non solo su un'unità operativa di Molfetta e sugli immobili nei quali viene svolta l'attività, ma anche sui beni aziendali e su tre terreni agricoli del valore di oltre 100mila euro.
«Il provvedimento scaturisce da un'attività d'indagine - è scritto in una nota -, dopo la quale sono emerse ipotesi penalmente rilevanti a carico del rappresentante legale della società e di un dipendente per la violazione del Testo Unico Ambientale. In particolare, l'attività, con l'ausilio di foto-trappole, ha consentito di rilevare molteplici abbandoni di rifiuti, pure pericolosi, derivanti dall'attività di demolizione e costruzione per un totale di 35.000 chilogrammi su fondi di cittadini privati».
L'imprenditore, quindi, per il pubblico ministero della Procura della Repubblica di Trani, Giuseppe Francesco Aiello, avrebbe ridotto in discariche a cielo aperto tre terreni di Molfetta, sversando al loro interno 35 tonnellate di rifiuti. «Il provvedimento coinvolge sia l'amministratore, come indagato per lo smaltimento illecito di rifiuti, sia l'azienda da questi rappresentata, a cui vengono contestate le violazioni in materia di responsabilità amministrativa degli enti, nonché un dipendente».
Intanto, in attesa di nuovi sviluppi (i finanzieri stanno ricostruendo i risvolti fiscali dell'attività illecita), è stata disposta la nomina di un amministratore giudiziario per la società sequestrata. «L'operazione - si legge ancora - costituisce un'ulteriore testimonianza del costante presidio alla legalità assicurato dalla Procura della Repubblica di Trani per la repressione degli illeciti ambientali, con una peculiare attenzione all'accertamento delle forme di gestione illecita del ciclo dei rifiuti».
I fenomeni illeciti legati alla gestione del ciclo dei rifiuti, infatti, «costituiscono una fonte potenziale di danno per tutto il territorio dell'area metropolitana ritenuto, da sempre, una risorsa da tutelare, oltre che forieri di ripercussioni, in termini di responsabilità, nei confronti dei cittadini lesi nella salvaguardia della loro salute».