Per il sindaco di Molfetta scatta il divieto di avvicinamento al Comune

In serata è stata notificato un secondo dispositivo del Riesame in cui è disposto il divieto di dimora circoscritto agli uffici comunali

domenica 29 giugno 2025 17.47
A cura di Nicola Miccione
Il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, è libero (revocata l'ordinanza dei domiciliari), ma non potrà avvicinarsi a Palazzo di Città. Il Tribunale del Riesame, ieri sera, ha notificato un secondo dispositivo in cui, al posto della sospensione dai pubblici uffici, ha disposto il divieto di dimora nei locali del Comune di Molfetta.

I giudici (presidente Giulia Romanazzi) hanno confermato le esigenze cautelari per due capi d'imputazione (peculato e falso), disponendo - in un primo momento - la sospensione dall'esercizio di un pubblico ufficio, poi sostituita, per «mero refuso», con il divieto di dimora circoscritto agli uffici comunali di Molfetta, «di non accedervi senza l'autorizzazione del giudice»: l'errore stava nella non applicabilità della misura interdittiva ad una carica elettiva (quale è quella di un sindaco).

Si è trattato di «una modifica del dispositivo che ha previsto la sospensione dall'esercizio di un pubblico ufficio per un anno, con il divieto di dimora presso i locali di Palazzo di Città. È una sorta di divieto di avvicinamento al Comune. Bisognerà capirne l'attuazione pratica, ma siamo soddisfatti perché vuole dire che è stata accolta parte della tesi difensiva, ha spiegato Mario Malcangi, uno dei due difensori di Minervini, dopo la notifica del provvedimento del Tribunale del Riesame.

«Tra 45 giorni saranno rese note le motivazioni e sapremo meglio», ha aggiunto il legale. Minervini era stato arrestato il 4 giugno nell'ambito di una inchiesta sulla presunta concessione di appalti in cambio di voti. «Evidenziamo che il Riesame ha ritenuto di non confermare alcuna misura cautelare in ordine ai reati più gravi contestat, in modo particolare, quello di aver turbato la gara per l'appalto di Porta Futuro, il depistaggio e la corruzione», ha ribadito l'avvocato Tommaso Poli.

«Noi restiamo convinti - ha concluso Poli - che anche le residue imputazioni provvisorie possano essere ulteriormente chiarite, con la piena dimostrazione della corretta condotta del sindaco». Ieri sono stati accolti anche i ricorsi della dirigente comunale del settore Socialità, Lidia De Leonardis, che lascia i domiciliari con una interdizione dai pubblici uffici di 6 mesi, e dell'ex luogotenente Michele Pizzo, a cui è stato revocato il divieto di dimora a Molfetta poiché ormai in pensione.

Le discussioni del Tribunale del Riesame riprenderanno poi domani, quando toccherà ai due dirigenti comunali Alessandro Binetti e Domenico Satalino, entrambi sospesi dall'esercizio dei pubblici uffici per 1 anno, e all'imprenditore portuale Vito Leonardo Totorizzo, a cui è stato notificato il divieto di contrarre per 1 anno.