Molfettattiva si interroga sulla nuova politica

Per i relatori c’è ancora una storia della sinistra da poter scrivere

sabato 29 luglio 2017 10.30
A cura di Rosanna Buzzerio
Da piazza Principe di Napoli, dal cuore di Molfetta, si incomincia a guardare al futuro della politica, in particolare della sinistra, con un incontro organizzato dal movimento Molfettattiva, dal titolo proprio "Quale nuova politica? Una storia tutta da scrivere".

Per i relatori presenti, Federico Martelloni di Coalizione civica a Bologna, Luigi Felaco di DemA a Napoli, la giornalista Francesca Fornario e il coordinatore di Molfettattiva Gabriele Vilardi è possibile scrivere una nuova storia politica partendo proprio dalle esperienze di civismo vissute sul campo sia a Bologna che a Napoli, creando dei progetti di discontinuità e soprattutto cercando di essere inclusivi, «nel senso- hanno spiegato i relatori- di coinvolgere quanti non si vedono rappresentati dai partiti, per questo il mondo del civismo deve essere un corpo sociale vivo».

Nel corso della serata non vengono demonizzati aprioristicamente i partiti tradizionali, ma in questo momento storico e politico occorre reinventare dei corpi intermedi. Infatti, i relatori non propongono di creare qualcosa di nuovo, non si intende cancellare quello che è stato fatto, ma partire dagli errori e migliorare la rotta, realizzando «progetti credibili con persone credibili, mettendo al centro il progetto e non chi lo fa».

Ed aggiungono: «sul piano della forma politica bisogna provare a formare qualcosa che sia al crocevia tre le forme organizzate più tradizionali e qualcosa che evochi la partecipazione dei cittadini».

E' proprio dalla sfiducia dei cittadini alla politica bisogna ripartire, occorre ritornare dalla loro parte, tornando ad essere una sinistra credibile, come la storia insegna, è dal basso che nascono le esperienze più interessanti.

Sino ad ora la sinistra è stata, per i relatori, «troppo timida e moderata, per questo occorre creare una sinistra credibile, al di là delle alleanze». Il mondo del civismo non vuole mettere barriere, non vogliono essere «aprioristicamente contro qualcuno ma lavorare insieme».

Il sud in questo processo di cambiamento potrebbe essere l'anima propulsiva per scrivere una nuova pagina politica.