L’associazione "Passione e tradizione" rischia di perdere la propria sede: è polemica

La nota: «Chiediamo l'accesso agli atti, vogliamo vederci chiaro in questa storia»

domenica 14 settembre 2025 9.58
Dopo tanti anni di attività, eventi culturali, manifestazioni musicali, laboratori e progetti, l'associazione Passione e Tradizione teme di dover assistere a un epilogo amarissimo: la perdita del locale finalmente ottenuto a febbraio. «Esiste qualcosa di peggio dell'attesa infinita di un sogno – dicono i referenti – ed è il rischio che quel sogno, dopo tanti sacrifici, possa sfumare in pochi mesi».

La vicenda parte nel 2011, anno della costituzione dell'associazione. Da allora, oltre dieci richieste erano state indirizzate al Comune, tutte senza esito. Poi, a febbraio, la tanto attesa assegnazione: un locale al piano terra del Palazzo del vecchio carcere, ex sede dei Servizi Sociali. «È stata la svolta tanto agognata – ricordano – la possibilità di realizzare il progetto Libriliberi, installare biblioteche di quartiere e aprire una biblioteca associativa gratuita per la cittadinanza».

Fino a quel momento la sede era cambiata quattro volte, sempre nel centro antico. Ogni volta le spese erano state coperte con le quote versate. «E così avremmo fatto ancora – spiegano – perché sapevamo bene che l'uso di locali comunali comporta comunque fitto, utenze e sistemazioni». In pochi mesi sono stati fatti lavori di ristrutturazione, allestita la biblioteca, creata una segreteria, organizzati laboratori per bambini, aperta la sede agli studenti nei giorni di chiusura della biblioteca comunale, sistemato il viale con nuove piante. «Abbiamo reso il posto accogliente e vivo – affermano – con aperture pressoché quotidiane».

Ma l'11 settembre è arrivata la doccia fredda. Il I settore del Comune di Molfetta ha notificato via PEC la contestazione della procedura di assegnazione, che riguarda anche altre due associazioni ospitate nello stesso Palazzo. «La cosa più amara – spiegano – è che la contestazione sia partita da una Ats che condivide con noi gli ambienti della struttura». Nonostante tutto, la fiducia resta. «Speriamo che l'Ente comunale, che evidentemente contraddice sé stesso, si renda presto conto del grave abbaglio», sottolineano. «Temiamo però di trovarci a pagare l'evoluzione di beghe interne alla macchina amministrativa che ci vedono come parte lesa».

Per autotutela, è già stata protocollata una richiesta di accesso agli atti. «Continueremo a tutelarci nelle sedi opportune – dichiarano – perché si faccia luce su questa brutta storia». Il desiderio, alla fine, è uno solo: «Poter continuare a garantire le nostre attività dedicate alla lettura, alla cultura, alla promozione del territorio, della storia e delle tradizioni della città che amiamo».