Appalti e favori, conclusi gli interrogatori preventivi degli indagati
Ieri ascoltati, fra gli altri, il dirigente Binetti e l'imprenditore Totorizzo. Per Messina, la Procura ha chiesto la revoca dei domiciliari
domenica 4 maggio 2025
8.38
Si sono conclusi nella giornata di ieri gli interrogatori preventivi nell'ambito dell'inchiesta su intrecci illeciti tra amministratori pubblici, dirigenti e imprenditori per otto dei quali, fra cui il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, è stata invocata la misura cautelare dei domiciliari (per cinque) e del divieto di dimora (per tre).
A decidere sarà, dunque, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Marina Chiddo, proprio all'esito dei vari confronti che hanno visto, come primo della lista il primo cittadino di Molfetta. Minervini ha respinto le accuse «alimentate dal convincimento che l'ingerenza nei vari procedimenti amministrativi fosse dettata da interessi personali e privatistici e non dalla esigenza di essere e di apparire imparziali», hanno detto i suoi avvocati Mario Malcangi e Tommaso Poli.
A seguire, sempre venerdì, sono stati interrogati la dirigente Lidia De Leonardis (assistito dall'avvocato Michele Laforgia) e l'ex luogotenente carica speciale della Guardia di Finanza, Michele Pizzo (avvocato Andrea Calò). Tra i personaggi di spicco ascoltati ieri, invece, ci sono stati l'autista e cugino del sindaco, Tommaso Messina, i dirigenti comunali Alessandro Binetti e Alessandro Satalino, il funzionario comunale Mario Morea e l'imprenditore portuale Vito Leonardo Totorizzo.
Al termine dell'interrogatorio del primo, «la Procura della Repubblica di Trani ha chiesto la revoca della richiesta degli arresti domiciliari stante il comportamento dell'indagato che ha ammesso le proprie responsabilità in sede di interrogatorio, aggiungendo di aver commesso un errore - ha annunciato il suo avvocato Felice Petruzzella -. Inoltre ha subito risarcito il danno all'Ente comunale e si è collocato in quiescenza: ha commesso uno sbaglio e ne ha accusato la responsabilità».
Per Binetti, invece, ascoltato dalla giudice nella giornata di ieri, quando sono stati ascoltati anche Satalino (avvocato Domenico D'Alessandro) e Morea (avvocato Nunzio Palmiotto) «l'interrogatorio è stato molto più lungo - ha detto lo stesso Petruzzella che difende Binetti con l'avvocato Palmiotto - e in un clima di massima serenità l'indagato ha risposto a tutte le domande e ha prodotto una serie di documenti a giustificazione delle sue affermazioni, respingendo accuse e addebiti».
Anche Totorizzo «ha risposto a tutte le domande in maniera chiara e puntuale ricostruendo anche le dinamiche nelle quali le captazioni ambientali e telefoniche si sono verificate - ha detto il suo avvocato Maurizio Masellis -. Ho chiesto al giudice il rigetto della richiesta di custodia cautelare come avanzata dalla Procura».
A decidere sarà, dunque, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Marina Chiddo, proprio all'esito dei vari confronti che hanno visto, come primo della lista il primo cittadino di Molfetta. Minervini ha respinto le accuse «alimentate dal convincimento che l'ingerenza nei vari procedimenti amministrativi fosse dettata da interessi personali e privatistici e non dalla esigenza di essere e di apparire imparziali», hanno detto i suoi avvocati Mario Malcangi e Tommaso Poli.
A seguire, sempre venerdì, sono stati interrogati la dirigente Lidia De Leonardis (assistito dall'avvocato Michele Laforgia) e l'ex luogotenente carica speciale della Guardia di Finanza, Michele Pizzo (avvocato Andrea Calò). Tra i personaggi di spicco ascoltati ieri, invece, ci sono stati l'autista e cugino del sindaco, Tommaso Messina, i dirigenti comunali Alessandro Binetti e Alessandro Satalino, il funzionario comunale Mario Morea e l'imprenditore portuale Vito Leonardo Totorizzo.
Al termine dell'interrogatorio del primo, «la Procura della Repubblica di Trani ha chiesto la revoca della richiesta degli arresti domiciliari stante il comportamento dell'indagato che ha ammesso le proprie responsabilità in sede di interrogatorio, aggiungendo di aver commesso un errore - ha annunciato il suo avvocato Felice Petruzzella -. Inoltre ha subito risarcito il danno all'Ente comunale e si è collocato in quiescenza: ha commesso uno sbaglio e ne ha accusato la responsabilità».
Per Binetti, invece, ascoltato dalla giudice nella giornata di ieri, quando sono stati ascoltati anche Satalino (avvocato Domenico D'Alessandro) e Morea (avvocato Nunzio Palmiotto) «l'interrogatorio è stato molto più lungo - ha detto lo stesso Petruzzella che difende Binetti con l'avvocato Palmiotto - e in un clima di massima serenità l'indagato ha risposto a tutte le domande e ha prodotto una serie di documenti a giustificazione delle sue affermazioni, respingendo accuse e addebiti».
Anche Totorizzo «ha risposto a tutte le domande in maniera chiara e puntuale ricostruendo anche le dinamiche nelle quali le captazioni ambientali e telefoniche si sono verificate - ha detto il suo avvocato Maurizio Masellis -. Ho chiesto al giudice il rigetto della richiesta di custodia cautelare come avanzata dalla Procura».