Appalti e favori a Molfetta, revocata l'interdizione a Totorizzo
La decisione del gip Chiddo che ha valutato in senso positivo la modifica dell'organizzazione aziendale
martedì 28 ottobre 2025
11.21
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Marina Chiddo, nel corso della giornata di ieri, ha revocato la misura interdittiva del divieto di contrarre con la pubblica amministrazione imposta all'imprenditore Vito Leonardo Totorizzo, coinvolto nell'inchiesta sui presunti appalti truccati al Comune di Molfetta.
L'uomo, assistito dall'avvocato Maurizio Masellis, era tra le sei persone oggetto delle ordinanze cautelari eseguite il 6 giugno scorso dalla Guardia di Finanza, che aveva portato ai domiciliari l'allora sindaco Tommaso Minervini recentemente decaduto. Tre settimane dopo il Riesame aveva revocato i domiciliari disponendo la sospensione per un anno dall'esercizio di un pubblico ufficio, misura successivamente sostituita col divieto di dimora all'interno dei locali di Palazzo di Città.
La revoca per l'imprenditoriale portuale molfettese è arrivata con il parere positivo dei pubblici ministeri della Procura della Repubblica di Trani, Francesco Aiello, Marco Gambardella e Francesco Tosto. Il gip ha valutato in senso positivo per l'indagato «la modifica dell'organizzazione aziendale» dell'impresa di Totorizzo con «l'istituzione di un organismo di vigilanza che vigili sulla trasparenza e correttezza degli affari societari, con conseguente cessazione delle esigenze cautelari».
L'indagine ipotizza a vario titolo le accuse di corruzione, turbativa, peculato e falso, oltre che di depistaggio, di frode in processo penale e di rivelazione di segreto d'ufficio, frode in pubbliche forniture in un quadro che secondo il gip è «un intreccio di condotte illecite» caratterizzato da «commistioni politico imprenditoriali».
L'uomo, assistito dall'avvocato Maurizio Masellis, era tra le sei persone oggetto delle ordinanze cautelari eseguite il 6 giugno scorso dalla Guardia di Finanza, che aveva portato ai domiciliari l'allora sindaco Tommaso Minervini recentemente decaduto. Tre settimane dopo il Riesame aveva revocato i domiciliari disponendo la sospensione per un anno dall'esercizio di un pubblico ufficio, misura successivamente sostituita col divieto di dimora all'interno dei locali di Palazzo di Città.
La revoca per l'imprenditoriale portuale molfettese è arrivata con il parere positivo dei pubblici ministeri della Procura della Repubblica di Trani, Francesco Aiello, Marco Gambardella e Francesco Tosto. Il gip ha valutato in senso positivo per l'indagato «la modifica dell'organizzazione aziendale» dell'impresa di Totorizzo con «l'istituzione di un organismo di vigilanza che vigili sulla trasparenza e correttezza degli affari societari, con conseguente cessazione delle esigenze cautelari».
L'indagine ipotizza a vario titolo le accuse di corruzione, turbativa, peculato e falso, oltre che di depistaggio, di frode in processo penale e di rivelazione di segreto d'ufficio, frode in pubbliche forniture in un quadro che secondo il gip è «un intreccio di condotte illecite» caratterizzato da «commistioni politico imprenditoriali».