14enne epilettico aggredito a Molfetta. La mamma: «Identificare l'aggressore»

L'intervista alla donna: «Il mio appello non resti vano»

domenica 10 gennaio 2021 11.07
A cura di Giuseppe Capacchione
«Desidero che l'aggressore del mio bambino venga identificato e comprenda la gravità del gesto che ha compiuto».

L'appello di mamma Luciana è rivolto non solo alle forze dell'ordine ma anche all'uomo che la sera dello scorso 14 dicembre ha picchiato suo figlio, un ragazzo di 14 anni affetto da epilessia, all'interno di uno store H24 a due passi dalla stazione ferroviaria di Molfetta.

L'accaduto è stato ripreso dalle telecamere del circuito di videosorveglianza dell'attività anche se il volto dell'aggressore è di difficile identificazione in quanto semi coperto da una mascherina anti Covid-19. «Per fortuna mio figlio adesso sta bene - ha affermato la donna - ma la ripresa non è stata facile. Ci sono stati giorni in cui aveva paura persino di uscire di casa, quasi temesse di rivivere questa avventura per lui traumatizzante».

La scena immortalate dalle tre telecamere dello store è a tratti surreale. L'adulto improvvisamente inizia a sferrare pugni e schiaffi sul viso del 14enne che cerca in tutti i modi di ripararsi. Prima però c'era stato uno scambio di parole fra i due davanti alla macchinetta delle bevande, forse alla base di tutto. Al momento non ci sono certezze perché le immagini sono prive di audio.

«Non ho idea di cosa sia successo fra di loro, probabilmente hanno avuto un disguido, ma questa non può essere una giustificazione», ha sottolineato Luciana che assistita dal legale Marco Di Bartolomeo ha sporto denuncia alla Polizia Locale. L'aggressore poi si allontana a bordo di una monovolume grigia di cui non si riesce a leggere la targa né a identificare il modello perché parcheggiata in doppia fila e quindi ripresa marginalmente dalla telecamere esterna.

«I bambini, gli anziani e i più deboli non si toccano - ha continuato -. Gesti simili non vanno neanche pensati». Il ragazzo non era solo. All'accaduto ha assistito un suo coetaneo che impotente davanti a tanta violenza non ha potuto fare altro che consolare l'amico.

«Voglio che il mio appello non resti invano - ha concluso Luciana -. Vi garantisco che non è bello soccorrere il proprio figlio in lacrime e con il volto pieno di lividi. A nessuna mamma dovrà più accadere».