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Cronaca

Omicidio a Molfetta, la pista della droga e le minacce social: «Vendetta»

Le coltellate a collo e torace. Il presunto assassino è in carcere: domani l'interrogatorio e il conferimento dell'autopsia

Una lite per regolare conti con la droga poi sfociata nel sangue. Sarebbe il movente dell'omicidio del 23enne Dario De Gennaro, a Molfetta, e per il quale venerdì i Carabinieri hanno fermato il 29enne Onofrio de Pasquale, che ha ricevuto minacce social. «Addio zio… Sarà fatta vendetta», si legge in una storia su Instagram.

Il giovane, incensurato, è stato assassinato con diverse coltellate che l'hanno raggiunto a collo e torace: il suo corpo è stato ritrovato venerdì dopo che il presunto assassino, originario di Bisceglie, s'è costituito in caserma confessando il delitto. Secondo quanto ricostruito dai militari della Compagnia di Molfetta - le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Marcello Catalano -, il delitto sarebbe avvenuto al culmine di un furioso alterco, probabilmente legato ai traffici illeciti.

Giovedì il 23enne s'è recato a casa di de Pasquale, al primo piano di una palazzina al civico 27 di via Immacolata, dove gli investigatori hanno sequestrato alcune dosi di marijuana, il probabile motivo del contendere. I due avrebbero parlato dell'attività di spaccio (forse il 29enne non avrebbe saputo fornire una spiegazione convincente) e dalle parole s'è poi passati alle mani fra spintoni, schiaffi e pugni, da cui De Gennaro, esperto di arti marziali miste, avrebbe cercato di difendersi.

Ed è stato proprio a quel punto che de Pasquale - all'interno della sua casa deteneva droga e per questo, oltre all'accusa di omicidio, è indagato anche per il reato di detenzione di stupefacenti - avrebbe impugnato un coltello - ritrovato dagli inquirenti e ritenuto «compatibile», seppure astrattamente, con le ferite presenti sul corpo della vittima -, colpendo De Gennaro. Era solo, ma la sorella della vittima, Antonella, non ci crede affatto: «Secondo me c'era qualcun altro», ha accusato.

Poi, il 29enne si è allontanato, mentre il 23enne è «deceduto per le gravi ferite riportate». Di lui si era persa ogni traccia da ventiquattrore, tanto che i parenti ne avevano denunciato la scomparsa. Ai suoi amici aveva detto che si sarebbe visto con «Onofrio» e proprio con lui aveva parlato la sorella, chiedendo se sapesse qualcosa, ma non ricevendo risposte. «Aiutateci, Dario è scomparso» era il messaggio di un post postato da una sua cugina, ma il 23enne era già stato ucciso.

Il cadavere è stato trovato riverso sul pavimento dell'immobile. Questo è quanto è stato ricostruito, dopo un interrogatorio fiume terminato venerdì sera, quando il 29enne, con un precedente di polizia (nel 2014 fu accusato di aver ferito con un coltello un benzinaio di Bisceglie in una rapina), è stato sottoposto a fermo. «De Pasquale è sconvolto e turbato per quanto successo», ha affermato Dario Iurlaro, l'avvocato che con il collega Giacomo Piepoli ha condotto il killer in caserma.

L'uomo, che si trova nel carcere di Trani, «sta collaborando con gli inquirenti fornendo informazioni utili alla ricostruzione dell'accaduto», ha detto ancora il legale evidenziando che «ha risposto a tutte le domande in sede d'interrogatorio. Ora - ha concluso Iurlaro - aspettiamo l'evolversi delle indagini», delegate ai militari del capitano Danilo Landolfi. Per chi indaga il quadro indiziario è abbastanza chiaro. Si attendono soltanto i risultati di una serie di accertamenti, fra cui l'autopsia.

L'esame autoptico sarà svolto nei prossimi giorni: l'incarico sarà conferito a Sara Sablone, medico dell'Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari, con ogni probabilità domani, quando de Pasquale - che custodiva droga per conto terzi - sarà interrogato in carcere. Forse la sua casa era una sorta di "base logistica".
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  • Dario De Gennaro
  • Dario Iurlaro
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