Il carcere di Trani
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Cronaca

Convalidato il fermo di de Pasquale: voleva anche occultare il cadavere

Il 29enne «ha offerto il suo contributo per l'accertamento dei fatti». È accusato di aver tentato di nascondere il corpo della vittima

È stato convalidato il fermo di Onofrio de Pasquale, il 29enne accusato del delitto del 23enne Dario De Gennaro, ucciso a coltellate giovedì pomeriggio all'interno della sua abitazione, a Molfetta. L'uomo, recluso nel penitenziario di Trani, è accusato non solo di omicidio, ma di aver oltretutto tentato di occultare il cadavere.

Il presunto omicida, questa mattina, all'interno dell'aula bunker della casa circondariale, è comparso davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Marina Chiddo, per l'interrogatorio di convalida, durato più di un'ora. E «anche in tale occasione - ha detto il suo legale, l'avvocato Dario Iurlaro - ha offerto il suo contributo per l'accertamento dei fatti». Durante l'udienza, inoltre, ha anche nominato l'avvocato Andrea Calò, assieme a Iurlaro, quale difensore di fiducia.

«La famiglia del de Pasquale, ancora incredula per quanto successo in città - ha dichiarato Iurlaro -, ci tiene ad esprimere tutto il proprio cordoglio per l'avvenuta tragedia». L'uomo, che ventiquattrore dopo l'omicidio s'è costituito in caserma, ha ammesso di avere colpito De Gennaro al termine di un furioso alterco e di una violenta colluttazione «con diversi colpi di coltello, di cui alcuni sul collo e sulla ragione nucale, cagionandone il decesso», forse solo per cercare di difendersi.

Non solo: de Pasquale, dopo averlo ucciso all'interno della propria abitazione al civico 27 di via Immacolata, «compiva atti idonei e diretti in modo non equivoco a sopprimere, distruggere e sottrarre» il corpo del 23enne. Per questo, secondo gli inquirenti, «dopo avere cagionato la morte di De Gennaro avvolgeva il cadavere all'interno di coperte e di cellophane, lo riponeva all'interno di una nicchia collocata nella camera da letto dell'abitazione e poi iniziava a formare del cemento».

Ed ancora: «Nel caso specifico - sempre secondo gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Marcello Catalano - riponeva parte del cemento sull'involucro di cellophane e coperte contenente il cadavere e si procurava dei mattoni forati da utilizzare per murare la nicchia» dell'immobile in cui sono in corso alcuni lavori di ristrutturazione. Ed in cui de Pasquale «deteneva sostanze stupefacenti che vendeva al dettaglio per conto di De Gennaro ed in concorso con altri soggetti».

Sempre in mattinata, intanto, dopo avere conferito l'incarico per l'effettuazione degli esami a Sara Sablone, medico dell'Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari, è iniziata l'autopsia. Il movente del gesto è da ricondursi ai contrasti maturati tra vittima e assassino riguardo alla gestione del mercato di stupefacenti.
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