La droga sequestrata dai Carabinieri
La droga sequestrata dai Carabinieri
Cronaca

A Molfetta gli spacciatori sono diventati rider: «Vieni alla villa!»

Dopo i massicci controlli delle forze dell’ordine con arresti e sequestri di droga, la malavita di zona ha scelto il delivery

Sono cambiate le strategie del crimine a Molfetta, secondo le carte dell'ultima operazione dei Carabinieri che ieri mattina ha portato agli arresti 14 persone. Dopo i massicci controlli delle forze dell'ordine con arresti e sequestri di droga, la malavita di zona ha scelto il delivery. E così gli spacciatori sono diventati dei rider.

Per ordinare le dosi di cocaina, hashish e marijuana bastava inviare un messaggio sui profili social dei due gruppi di pusher attivi a Molfetta, che effettuavano le consegne in tutta la città. Droga, scelta da un menù in cui veniva chiamata con i nomi dei piatti gastronomici, portata in ogni dove con la tecnica della «consegna a domicilio», il modello che sta mandando in soffitta le tradizionali piazze di spaccio. Il "delivery" in sella a bici elettriche, sciami di corrieri per le vie di Molfetta.

Sino a ieri, quando 14 persone tra i 20 e i 68 anni, nei confronti delle quali sono stati riconosciuti «gravi indizi di colpevolezza» poiché ritenuti dei pony express al servizio dei signori della droga, sono stati arrestati su una ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Domenico Zeno. Sei sono finiti in carcere, a Trani, otto sono stati confinati ai domiciliari, con l'accusa, in concorso, di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Sarebbero stati loro a recapitare i "pezzi" di cocaina, hashish e di marijuana in giro per la città a bordo di biciclette elettriche. «Qua devo aspettare? Vieni alla villa, fatti una camminata di là» è il contenuto di una delle centinaia di telefonate ascoltate dagli inquirenti diretti dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Trani, Marco Gambardella. Le consegne sono state intercettate in vari punti, anche vicino la scuola dell'infanzia di via Bari: «Falli venire alla villa di Filippetto».

Tutto ruotava attorno alla tempestività del servizio (l'ordine delle dosi di telefono e, infine, la consegna in pochi minuti) e all'uso dei cellulari: «A mezzanotte! Che c'è, già vuoi spegnere?», rimproverava un pusher ad un minore. I guadagni erano alti («Io ho fatto 80 euro»), mentre le indagini hanno scoperto come gli indagati vendevano due formati di droga: "il dieci", per stecche di circa 1,5 grammi lordi del costo di 10 euro, e il "cinque", per stecche di peso inferiore al costo di 5 euro.

La droga arrivava da Bari, da due degli indagati, Vincenzo Chiumarulo, 40enne di Japigia detto «Patana», e Roberto Ortalizio, 33enne di Ceglie del Campo, e finiva sulla piazza di Molfetta. I pusher usavano i social per pubblicizzare un menù in cui veniva la droga chiamata con i nomi dei piatti della tradizione gastronomica.


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