Molfetta Calcio, parla Bufi: «Abbiamo sofferto per le retrocessioni. Le porte del club sono aperte»

Le parole del patron molfettese: «Anche se con un budget ridotto, io resto. Ma ascolto proposte»

lunedì 30 giugno 2025
La Molfetta Calcio riparte dalla Promozione: in un contesto in cui il progetto sportivo si ridimensiona e l'attenzione si sposta sul settore giovanile, torna a farsi sentire la voce del presidente Saverio Bufi. L'ha fatto ai microfoni di Telesveva, intervenendo dopo la nascita del Comitato Tifosi Molfetta e nel pieno di una fase di transizione complicata per il calcio cittadino.

«Da tifoso, vedere due retrocessioni in tre anni è un dolore enorme» – ha dichiarato Bufi nella trasmissione di Mario Borracino – «Forse, con la squadra del girone di ritorno fin da settembre, ci saremmo potuti salvare. Ma è anche vero che, dopo anni economicamente impegnativi in Serie D e in Eccellenza senza i risultati sperati, abbiamo scelto di ridimensionare il budget. A ciò si aggiunge l'uscita di scena di Gianni Tuosto, che ha inciso sulle nostre risorse».

Il presidente ha raccontato dei ripetuti tentativi, anche recenti, di cedere la società: «A ottobre avevo già firmato un preliminare di vendita che poi non si è concretizzato. Avevo chiesto aiuto ai tifosi, incontrato più volte il sindaco e l'assessore. Ma nessuno ha mai dato seguito. Solo pochi giorni fa il patron della Polisportiva Trani mi ha proposto di trasferire il titolo a Trani, ma da tifoso molfettese non potrei mai accettare di cancellare il calcio nella mia città. Le porte sono ancora aperte: ho detto chiaramente che potrei restare anche solo come sponsor, ma nessuno si è fatto avanti. Qui si parla soltanto».

Nel frattempo, i rapporti con la tifoseria organizzata restano tesi. Il Comitato Tifosi Molfetta ha confermato il proprio dissenso, ma Bufi non ci sta: «Quel comitato è sempre formato dai soliti cinque. In Serie D eravamo in 300, nella finale di Coppa Puglia eravamo tremila. Ma città vicine come Barletta portano cinquemila persone allo stadio per una partita contro la Real Siti. La contestazione sportiva ci sta, fa parte del gioco. Ma qui si è superato ogni limite, ecco perché ho scelto di non parlare più. Ho capito troppo tardi che certi valori, che si proclamano nei gruppi organizzati, qui sono solo parole vuote. Se davvero credono in ciò che scrivono, allora non sostengano il progetto in Promozione. Se gli stessi restano soli sugli spalti, vuol dire che forse è qui il vero problema del calcio a Molfetta».

Bufi non nega le difficoltà, ma intravede possibili soluzioni: «Sono stato il presidente delle promozioni e delle retrocessioni, ed è parte del gioco. In passato ho collaborato con persone come Ennio Cormio, Titti D'Alessio e imprenditori locali. Sono sempre stato aperto al confronto. Ho cercato un'unione con il Borgorosso, ho parlato con Lanza, ma ormai credo che serva una rifondazione completa. Otto squadre, dalla Promozione alla Terza Categoria: è giusto che chi vuole fare calcio con gli amici lo faccia. Ma servirebbe un progetto che, un domani, possa confluire nella Molfetta Calcio, la squadra principale della città, in un clima di rispetto e collaborazione».

«Il calcio a Molfetta non morirà – conclude il presidente – anche con un budget ridotto, io resto. Se qualcuno vuole fare meglio, con me o senza di me, è il benvenuto. Ma la realtà è che nessuno si fa avanti. Il silenzio di tifosi, istituzioni e imprenditori lo dimostra. Resto da solo, ma sono anche il primo tifoso di chi vorrà prendersi questa responsabilità domani».