Molfetta Calcio, il nuovo comitato del tifo biancorosso chiede risposte
Tanti dubbi e perplessità emersi durante la conferenza stampa a Palazzo di Città
mercoledì 18 giugno 2025
«Silenzio assordante». È questa l'espressione che meglio descrive il momento che sta vivendo il calcio a Molfetta. Dopo anni di promesse mancate, due retrocessioni in tre stagioni e una gestione societaria fatta più di ombre che di luci, tutto tace sul fronte dirigenziale. Nessuna dichiarazione, nessuna prospettiva chiara, nessun progetto all'orizzonte. E così, mentre i protagonisti del recente flop scompaiono dalla scena, a farsi sentire sono i tifosi.
Nasce così il Comitato Tifosi Molfetta, un'iniziativa dal basso, spontanea, che ha scelto di rompere l'immobilismo convocando la città nella sala conferenze comunale. «Chi ha davvero a cuore il futuro del calcio molfettese?» è la domanda che ha fatto da filo conduttore all'incontro. E la risposta del pubblico non è mancata.
L'obiettivo è chiaro: riportare al centro il senso di appartenenza, l'orgoglio di essere molfettesi, la passione autentica per il pallone, al di là delle categorie. «Siamo stanchi di marketing e passerelle – spiegano i promotori del Comitato – mentre dirigenti e addetti ai lavori si dileguano nel momento del bisogno. Il calcio può e deve essere un collante sociale, un'occasione per unire e non per dividere. E oggi, chi ama davvero questo sport in città, è il tifoso: l'unico che resta, nonostante tutto».
I toni sono accorati, ma il messaggio è costruttivo: i tifosi non si limitano a criticare, ma tendono la mano a imprenditori, dirigenti, ex calciatori, tecnici. «Il Comitato nasce per supportare chiunque voglia costruire qualcosa di serio – precisano – siamo aperti a qualsiasi progetto credibile, non parliamo solo di Molfetta Calcio, ma di calcio a Molfetta. Il nome è secondario, ciò che conta è la serietà e la trasparenza».
Durante l'incontro emergono due pilastri della rinascita auspicata: identità e passione. «Abbiamo bisogno di ritrovare entusiasmo – sottolineano – e per farlo servono persone che credano davvero in questo percorso. Noi siamo pronti a metterci il tempo, le idee, le energie. Non cerchiamo poltrone, ma dialogo. Non ci interessano le categorie, ma la dignità sportiva. Basta con i personalismi e le lotte di potere che hanno affossato tutto».
Il grido del tifo organizzato è un invito forte alla città, al suo tessuto imprenditoriale e sportivo, affinché si torni a parlare di calcio con visione e responsabilità. «Noi ci siamo. Adesso tocca a voi».
Nasce così il Comitato Tifosi Molfetta, un'iniziativa dal basso, spontanea, che ha scelto di rompere l'immobilismo convocando la città nella sala conferenze comunale. «Chi ha davvero a cuore il futuro del calcio molfettese?» è la domanda che ha fatto da filo conduttore all'incontro. E la risposta del pubblico non è mancata.
L'obiettivo è chiaro: riportare al centro il senso di appartenenza, l'orgoglio di essere molfettesi, la passione autentica per il pallone, al di là delle categorie. «Siamo stanchi di marketing e passerelle – spiegano i promotori del Comitato – mentre dirigenti e addetti ai lavori si dileguano nel momento del bisogno. Il calcio può e deve essere un collante sociale, un'occasione per unire e non per dividere. E oggi, chi ama davvero questo sport in città, è il tifoso: l'unico che resta, nonostante tutto».
I toni sono accorati, ma il messaggio è costruttivo: i tifosi non si limitano a criticare, ma tendono la mano a imprenditori, dirigenti, ex calciatori, tecnici. «Il Comitato nasce per supportare chiunque voglia costruire qualcosa di serio – precisano – siamo aperti a qualsiasi progetto credibile, non parliamo solo di Molfetta Calcio, ma di calcio a Molfetta. Il nome è secondario, ciò che conta è la serietà e la trasparenza».
Durante l'incontro emergono due pilastri della rinascita auspicata: identità e passione. «Abbiamo bisogno di ritrovare entusiasmo – sottolineano – e per farlo servono persone che credano davvero in questo percorso. Noi siamo pronti a metterci il tempo, le idee, le energie. Non cerchiamo poltrone, ma dialogo. Non ci interessano le categorie, ma la dignità sportiva. Basta con i personalismi e le lotte di potere che hanno affossato tutto».
Il grido del tifo organizzato è un invito forte alla città, al suo tessuto imprenditoriale e sportivo, affinché si torni a parlare di calcio con visione e responsabilità. «Noi ci siamo. Adesso tocca a voi».