Claudio Squeo ritorna a casa: accolto da eroe dopo l’avventura australiana
Ieri sera tanti applausi e abbracci al suo arrivo in aeroporto
mercoledì 18 giugno 2025
9.05
È atterrato ieri all'aeroporto di Bari-Palese Claudio Squeo, accolto da amici, familiari e sostenitori con l'entusiasmo che si riserva a un eroe. Perché di un eroe si tratta: uno che ha scelto di sfidare il destino e un campione del mondo nella sua stessa casa, a migliaia di chilometri dalla Puglia, per dimostrare non solo il proprio valore, ma quello di un'intera scuola pugilistica.
L'avventura australiana di Squeo, culminata con il match contro Jai Opetaia – uno dei pugili più forti al mondo – ha avuto un eco mediatica forse troppo modesta per il peso umano e sportivo dell'impresa. Ma chi conosce il mondo del ring sa bene quanto coraggio serva per accettare una sfida simile, lontano da casa, lontano dal proprio angolo abituale, immerso in una cultura diversa e in condizioni spesso avverse.
Il pugile tranese, visibilmente emozionato, ha condiviso le sue riflessioni con una sincerità che solo chi ha vissuto fino in fondo può esprimere:
«Che dire ragazzi, oggi finisce la mia avventura australiana. Ma non è un addio ma solo un arrivederci. È stata un'esperienza fantastica che mi ha segnato profondamente. Ho conosciuto persone che sono diventate fratelli senza nemmeno parlare la stessa lingua. Il team di Jai Opetaia è per me un gruppo di persone dall'animo d'oro e che oltre a professionalità ha dimostrato un'umanità che oggi è raro trovare altrove. L'Australia è un paradiso dove le persone si rispettano e dove si vive in serenità. Io ho trovato la mia pace qui e soprattutto ho trovato rispetto e valorizzazione. La mia prestazione è stata elogiata e penso di essermelo meritato.
Non è andata come volevamo, ma non possiamo lamentarci. So già che mi mancherai, come mi mancheranno tutti i ragazzi del team di Jai che si sono presi cura di me nel momento più difficile. Mi mancherà Andre Gambler che in 10 giorni è diventato parte integrante della mia famiglia. Non dimenticherò mai in ospedale, nei primi giorni, quando mi hai detto: "Io non ti lascio solo!". Ringrazio anche il mio amico fraterno Anthony che si è preso cura di me dal mio arrivo. Ma vi prometto che tornerò presto, perché qui ho trovato me stesso. Ah, ho imparato più inglese qui, che in tanti anni di scuola.
Ricordo ancora quando il mio coach, Nicola, mi ha detto che lui ci credeva. Ed io mi sono sempre fidato di lui. Ha avuto ragione e lo devo ringraziare per avermi spronato a vivere questa grande esperienza. Ringrazio il mio team e ne passeremo tante altre di esperienze così. Grazie alla Tasman Fighters per avermi dato questa grande opportunità e avermi trattato come uno di loro. Alla fine sono orgoglioso di aver condiviso il ring con un fenomeno come Jai Opetaia che soprattutto si è rivelato un ragazzo d'oro e che per me è diventato un fratello».
Parole che pesano come colpi ben assestati, che raccontano un percorso fatto di sacrifici, emozioni, cadute e rinascite. Claudio Squeo non ha solo combattuto un incontro: ha rappresentato una visione della boxe come scuola di vita, come palestra di rispetto e umanità. Ora il campione è tornato a casa, ma dentro di sé porta un bagaglio di esperienze che lo accompagnerà nel prossimo round della sua carriera. E se è vero che ogni sconfitta insegna più di una vittoria, Claudio è pronto a dimostrare, ancora una volta, di che pasta è fatto.
L'avventura australiana di Squeo, culminata con il match contro Jai Opetaia – uno dei pugili più forti al mondo – ha avuto un eco mediatica forse troppo modesta per il peso umano e sportivo dell'impresa. Ma chi conosce il mondo del ring sa bene quanto coraggio serva per accettare una sfida simile, lontano da casa, lontano dal proprio angolo abituale, immerso in una cultura diversa e in condizioni spesso avverse.
Il pugile tranese, visibilmente emozionato, ha condiviso le sue riflessioni con una sincerità che solo chi ha vissuto fino in fondo può esprimere:
«Che dire ragazzi, oggi finisce la mia avventura australiana. Ma non è un addio ma solo un arrivederci. È stata un'esperienza fantastica che mi ha segnato profondamente. Ho conosciuto persone che sono diventate fratelli senza nemmeno parlare la stessa lingua. Il team di Jai Opetaia è per me un gruppo di persone dall'animo d'oro e che oltre a professionalità ha dimostrato un'umanità che oggi è raro trovare altrove. L'Australia è un paradiso dove le persone si rispettano e dove si vive in serenità. Io ho trovato la mia pace qui e soprattutto ho trovato rispetto e valorizzazione. La mia prestazione è stata elogiata e penso di essermelo meritato.
Non è andata come volevamo, ma non possiamo lamentarci. So già che mi mancherai, come mi mancheranno tutti i ragazzi del team di Jai che si sono presi cura di me nel momento più difficile. Mi mancherà Andre Gambler che in 10 giorni è diventato parte integrante della mia famiglia. Non dimenticherò mai in ospedale, nei primi giorni, quando mi hai detto: "Io non ti lascio solo!". Ringrazio anche il mio amico fraterno Anthony che si è preso cura di me dal mio arrivo. Ma vi prometto che tornerò presto, perché qui ho trovato me stesso. Ah, ho imparato più inglese qui, che in tanti anni di scuola.
Ricordo ancora quando il mio coach, Nicola, mi ha detto che lui ci credeva. Ed io mi sono sempre fidato di lui. Ha avuto ragione e lo devo ringraziare per avermi spronato a vivere questa grande esperienza. Ringrazio il mio team e ne passeremo tante altre di esperienze così. Grazie alla Tasman Fighters per avermi dato questa grande opportunità e avermi trattato come uno di loro. Alla fine sono orgoglioso di aver condiviso il ring con un fenomeno come Jai Opetaia che soprattutto si è rivelato un ragazzo d'oro e che per me è diventato un fratello».
Parole che pesano come colpi ben assestati, che raccontano un percorso fatto di sacrifici, emozioni, cadute e rinascite. Claudio Squeo non ha solo combattuto un incontro: ha rappresentato una visione della boxe come scuola di vita, come palestra di rispetto e umanità. Ora il campione è tornato a casa, ma dentro di sé porta un bagaglio di esperienze che lo accompagnerà nel prossimo round della sua carriera. E se è vero che ogni sconfitta insegna più di una vittoria, Claudio è pronto a dimostrare, ancora una volta, di che pasta è fatto.