Teresa Ciabatti alle Vecchie Segherie Mastrototaro con “Donnarègina”
La presentazione avrà luogo venerdì 9 maggio alle 19:30
venerdì 9 maggio 2025
10.07
Quando una scrittrice incontra un boss, possono nascere discorsi sulla vulnerabilità dell'animo umano. Di questo e molto altro si parla in "Donnarègina" (Mondadori), l'ultimo romanzo di Teresa Ciabatti, che sarà alle Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie venerdì 9 maggio alle 19:30. A dialogare con l'autrice sarà Francesco Bombini, in un incontro che promette di coinvolgere il pubblico in una riflessione sui legami familiari, le identità ferite e i misteri che ci definiscono.
Due mondi a confronto
In "Donnarègina" Teresa Ciabatti mette in scena l'incontro tra una giornalista e 'o Nasone, un superboss accusato di aver commesso 182 omicidi e di appartenere a un'organizzazione criminale mafiosa. Abituata a scrivere di adolescenti e spettacolo, quando le viene affidato il compito di intervistarlo, la giornalista resta spiazzata. Ma quello che nasce è un dialogo inatteso tra due mondi opposti: l'universo violento e dominato dal potere criminale del boss e quello fragile e disilluso della protagonista, che si scopre affascinata non dalla violenza, ma dalla sua umanità ferita. Il boss racconta di donne amate e perdute, di amici morti ammazzati, di un figlio che non riesce più a comprendere. E così, mentre cerca di raccogliere le tracce del figlio dell'intervistato per le strade di Napoli, la protagonista si ritrova sulle orme di sua figlia, con cui non riesce più a comunicare. Un doppio smarrimento che apre la strada a una riflessione intima sul ruolo dei genitori e dei figli.
Sentimenti universali
In questa storia, Teresa Ciabatti torna a raccontare l'umano con la sua scrittura profondamente autentica. L'autrice sceglie di portare la sua voce unica in territori solo apparentemente remoti, capaci di rivelare l'universalità delle fragilità che ci abitano.
Il romanzo è un viaggio tra confessioni, fraintendimenti e proiezioni, che sfida il lettore a riconsiderare il concetto stesso di "colpevole" e "innocente", riconoscendo umanità anche dove sembrerebbe più difficile scorgerla.
L'incontro è a ingresso libero e la cittadinanza è invitata.
Due mondi a confronto
In "Donnarègina" Teresa Ciabatti mette in scena l'incontro tra una giornalista e 'o Nasone, un superboss accusato di aver commesso 182 omicidi e di appartenere a un'organizzazione criminale mafiosa. Abituata a scrivere di adolescenti e spettacolo, quando le viene affidato il compito di intervistarlo, la giornalista resta spiazzata. Ma quello che nasce è un dialogo inatteso tra due mondi opposti: l'universo violento e dominato dal potere criminale del boss e quello fragile e disilluso della protagonista, che si scopre affascinata non dalla violenza, ma dalla sua umanità ferita. Il boss racconta di donne amate e perdute, di amici morti ammazzati, di un figlio che non riesce più a comprendere. E così, mentre cerca di raccogliere le tracce del figlio dell'intervistato per le strade di Napoli, la protagonista si ritrova sulle orme di sua figlia, con cui non riesce più a comunicare. Un doppio smarrimento che apre la strada a una riflessione intima sul ruolo dei genitori e dei figli.
Sentimenti universali
In questa storia, Teresa Ciabatti torna a raccontare l'umano con la sua scrittura profondamente autentica. L'autrice sceglie di portare la sua voce unica in territori solo apparentemente remoti, capaci di rivelare l'universalità delle fragilità che ci abitano.
Il romanzo è un viaggio tra confessioni, fraintendimenti e proiezioni, che sfida il lettore a riconsiderare il concetto stesso di "colpevole" e "innocente", riconoscendo umanità anche dove sembrerebbe più difficile scorgerla.
L'incontro è a ingresso libero e la cittadinanza è invitata.