Spaccavento: «Minervini adesso è tenuto a dimettersi»
Il consigliere di Rinascere: «Cittadini orfani di chi avrebbe dovuto tutelarli»
"Il sindaco di Molfetta non è più agli arresti domiciliari, poiché questa misura cautelare è stata sostituta con l'interdizione, per un anno, dai pubblici uffici. Sono contento che Minervini può portare i nipotini al parco, fare la spesa, giocare a carte al bar. Non può però fare il sindaco, per un anno.
L'interdizione dai pubblici uffici, già di per sé, rappresenta una emblematica misura cautelativa, lì dove si configura il rischio concreto di reiterazione del reato per chi è indagato. Ed è qui che la nuova misura cautelare diventa inesorabilmente drammatica: è come se all'ingresso del Comune ci fosse il cartello "Io non posso entrare", rivolto al suo primo cittadino.
Oggi più che mai, le dimissioni del sindaco sono una "obbligata" misura cautelativa per tutti i cittadini che sono orfani di chi avrebbe dovuto tutelarli. Questo l'unico atto di rispetto che l'interdetto sindaco può rivolgere ad una comunità mandata nella più totale confusione senza una guida né politica né amministrativa. Una intera comunità che si cerca di intontire con musica ad alto volume per provare a coprire le voci di protesta e dissenso".