Si è tenuta in Vaticano l'ordinazione episcopale di Mons. Turturro

Nell'omelia il richiamo a don Tonino Bello che ha accompagnato i primi passi della sua vocazione

sabato 9 marzo 2024 14.31
Monsignor Vincenzo Turturro, 45 anni, sacerdote pugliese dal 2019 segretario particolare del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, nominato dal Papa lo scorso dicembre nunzio apostolico in Paraguay, ha ricevuto oggi, 9 marzo, l'ordinazione episcopale nella Basilica vaticana. Fino ad ora con il grado di consigliere di Nunziatura, è stato elevato alla sede titolare di Ravello, con dignità di arcivescovo.

Una celebrazione sobria all'Altare della Cattedra, seppur nella sua grande partecipazione. Presente Papa Francesco che, arrivato in anticipo in sedia a rotelle, accolto dagli applausi, ha salutato alcuni bambini. L'ordinazione episcopale è stata conferita dal cardinale Parolin che ha rivolto parole di elogio e incoraggiamento al suo collaboratore, chiamato ora a rappresentare il Papa nel Paese sudamericano dove la presenza dei cattolici sfiora quasi il 90% della popolazione. Un ritorno nel Sud America per Turturro per anni al servizio della Nunziatura in Argentina, e ancor prima - cioè dal suo ingresso nel Servizio diplomatico della Santa Sede nel 2009 - in Zimbawe e in Nicaragua. Negli ultimi anni era stato trasferito alla Sezione per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali della Segreteria di Stato e da circa cinque anni seguiva da vicino il lavoro del segretario di Stato Parolin.

Un lavoro del quale il cardinale, nell'omelia, ha restituito alcuni scorci, evidenziando lo "stile" di monsignor Turturro: discrezione, entusiasmo, esperienza. "Nunzio significa messaggero", ha anzitutto ricordato Parolin, "e ogni messaggio è connotato dall'aggettivo apostolico" a voler rimarcare il fatto che questo ministero "questione di cose da fare o da non fare, da dire o da non dire, ma di apostolato da vivere, di vita da spendere per la Chiesa e per il Paese in cui ti troverai". In questi Paesi, ha sottolineato il porporato, "non sarai mai straniero, non solo per la cospicua presenza di cattolici ma soprattutto perché quel popolo, come ogni popolo, è abitato e amato da Dio che adesso ti manda".

E in Paraguay, dove il nuovo nunzio partirà prossimamente, "lo farai certamente nel tuo stile: entrando in punta di piedi in una realtà che sai precederti ed eccederti", "con l'entusiasmo che caratterizza la tua età", "con l'esperienza al servizio della Santa Sede". "Lo farai – ha aggiunto il segretario di Stato – anche, e so che ci tieni particolarmente, facendo tesoro della storia di grazia che il Signore ti ha donato", attraverso le radici della famiglia e della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi "che oggi ti stringono in un forte abbraccio".

E parlando della diocesi di Molfetta come non menzionare colui che ne è stato l'indimenticabile pastore, don Tonino Bello: "È bello che vegli su di te dal cielo il vescovo che ha accompagnato i primi passi della tua vocazione e dei tuoi primi anni di seminario", ha detto il cardinale Parolin. E ha voluto usare proprio le parole del venerabile per dare spunti a monsignor Turturro per il suo nuovo ministero. Anzitutto il "tempo", questo della Quaresima che precede la Pasqua: don Tonino amava vederlo come "un cammino che interpella la totalità della persona, un cammino che va dalla testa ai piedi". Dalle ceneri posate sul capo alla lavanda dei piedi il Giovedì Santo. "Dalla testa ai piedi per abbracciare tutto il nostro essere superando ogni distanza con il Signore", ha detto Parolin.

Fonte: VaticanNews.it