Rifondazione: «A Molfetta si continua a costruire senza ritegno e senza sosta sul ciglio delle lame»
La nota: «C’è molto da cambiare in questa città. Fin qui troppe speculazioni»
domenica 7 dicembre 2025
Rifondazione è intervenuta sulle conseguenze del maltempo a Molfetta, con le tante difficoltà che sono state registrate tra giovedì e venerdì scorso per via del maltempo che ha colpito tutta la città oltre al resto del territorio regionale. A seguire la nota stampa:
"Piove su Molfetta e, ogni volta, l'allerta meteo si trasforma in uno scenario apocalittico, con la città in blocco totale: le principali arterie diventano impraticabili e si trasformano in torrenti in piena, mentre la zona industriale risulta irrimediabilmente e pesantemente allagata. E così Molfetta, ancora una volta, trattiene il fiato e solo grazie al pronto intervento dei Vigili del Fuoco riesce a non dover piangere vittime, oltre all'immancabile conta dei danni.
"Poi, però, dal giorno dopo tutto riprende come prima. Come abbiamo sempre denunciato in questi anni, come circolo di Rifondazione Comunista, si continua a costruire senza ritegno e senza sosta, sul ciglio delle lame o a ridosso del mare, fin dove non si dovrebbe, perché i profitti di pochi valgono più della sicurezza di tutti. E così abbiamo ascoltato proposte assurde di ulteriore ampliamento della zona artigianale (PIP4), arrivando perfino a suggerire la cementificazione di aree ad alto rischio idrogeologico. Abbiamo anche assistito al finanziamento di un costosissimo progetto (26 milioni di euro) di mitigazione idraulica della zona ASI, con un enorme impatto ambientale, ma tuttora incompiuto: uno solo dei due canaloni è stato realizzato, ma non collaudato e non ancora entrato in funzione".
"Insomma, è inutile prendersela con il caso o con l'imprevedibilità della natura: le conseguenze di questa giornata sono il risultato logico di scelte politiche ben precise, rivelatesi disastrose. In rete e sui social abbiamo visto tutti i video che mostravano la potenza della piena che ha attraversato Lama Martina, evidenziando l'enorme valore idrogeologico di quel luogo. Eppure l'amministrazione di Tommaso Minervini intendeva trasformare quell'area in un parco urbano, costruendovi panchine, parchi giochi, percorsi avventura, aree fitness, yoga e altro ancora, anche in contraddizione con il parere dell'Autorità di Bacino. Per fortuna, il lavoro congiunto delle associazioni ambientaliste del territorio e il supporto in Consiglio comunale del nostro consigliere Giovanni Infante hanno impedito l'appalto della parte dell'opera riguardante il montaggio di tutti questi arredi. Col senno di poi siamo stati facili profeti e, per fortuna, siamo riusciti a portare in porto quella battaglia; altrimenti staremmo parlando di una devastazione in piena regola".
"C'è molto da cambiare in questa città. Per questo siamo convinti che serva una nuova classe dirigente, capace di abbandonare l'approccio speculativo che ci ha condotti a questa situazione. Molfetta merita di più e di meglio".
"Piove su Molfetta e, ogni volta, l'allerta meteo si trasforma in uno scenario apocalittico, con la città in blocco totale: le principali arterie diventano impraticabili e si trasformano in torrenti in piena, mentre la zona industriale risulta irrimediabilmente e pesantemente allagata. E così Molfetta, ancora una volta, trattiene il fiato e solo grazie al pronto intervento dei Vigili del Fuoco riesce a non dover piangere vittime, oltre all'immancabile conta dei danni.
"Poi, però, dal giorno dopo tutto riprende come prima. Come abbiamo sempre denunciato in questi anni, come circolo di Rifondazione Comunista, si continua a costruire senza ritegno e senza sosta, sul ciglio delle lame o a ridosso del mare, fin dove non si dovrebbe, perché i profitti di pochi valgono più della sicurezza di tutti. E così abbiamo ascoltato proposte assurde di ulteriore ampliamento della zona artigianale (PIP4), arrivando perfino a suggerire la cementificazione di aree ad alto rischio idrogeologico. Abbiamo anche assistito al finanziamento di un costosissimo progetto (26 milioni di euro) di mitigazione idraulica della zona ASI, con un enorme impatto ambientale, ma tuttora incompiuto: uno solo dei due canaloni è stato realizzato, ma non collaudato e non ancora entrato in funzione".
"Insomma, è inutile prendersela con il caso o con l'imprevedibilità della natura: le conseguenze di questa giornata sono il risultato logico di scelte politiche ben precise, rivelatesi disastrose. In rete e sui social abbiamo visto tutti i video che mostravano la potenza della piena che ha attraversato Lama Martina, evidenziando l'enorme valore idrogeologico di quel luogo. Eppure l'amministrazione di Tommaso Minervini intendeva trasformare quell'area in un parco urbano, costruendovi panchine, parchi giochi, percorsi avventura, aree fitness, yoga e altro ancora, anche in contraddizione con il parere dell'Autorità di Bacino. Per fortuna, il lavoro congiunto delle associazioni ambientaliste del territorio e il supporto in Consiglio comunale del nostro consigliere Giovanni Infante hanno impedito l'appalto della parte dell'opera riguardante il montaggio di tutti questi arredi. Col senno di poi siamo stati facili profeti e, per fortuna, siamo riusciti a portare in porto quella battaglia; altrimenti staremmo parlando di una devastazione in piena regola".
"C'è molto da cambiare in questa città. Per questo siamo convinti che serva una nuova classe dirigente, capace di abbandonare l'approccio speculativo che ci ha condotti a questa situazione. Molfetta merita di più e di meglio".