Puglia e Spagna insieme, i docenti di Valladolid: «Ritorno turistico per Molfetta»
Tante prospettive per il progetto internazionale legato alla Settimana Santa
sabato 11 maggio 2019
Il progetto promosso da FeArT di Molfetta con il coinvolgimento delle Università di Bari, del Salento e di Valladolid e di diverse realtà culturali e confraternite pugliesi ha l'obiettivo di instaurare un legame forte fra due lealtà fortemente legate dal punto di vista culturale e religioso, in particolare in merito alle tradizioni connesse alla Settimana Santa. In vista del convegno che si terrà oggi a Lecce (qui i dettagli), due professori e ricercatori spagnoli sono passati proprio da Molfetta per una breve visita della città e per incontrare il Sindaco Tommaso Minervini.
Si tratta di Luis Alonso Ponga e Maria Pilar Panero Garcia, rispettivamente docenti di Antropologia sociale e di Studi sulla tradizione all'Università di Valladolid, ospiti ieri presso la sede comunale di Lama Scotella per presentare le finalità di questo asse Puglia-Spagna che potrebbe avere tanti effetti positivi sul turismo locale e non solo. I due universitari sono stati accompagnati da Gaetano Armenio, presidente dell'associazione Puglia Autentica e curatore scientifico della mostra fotografica "Plenilunio di Primavera". Luis Alonso Ponga ha presentato così l'idea di questo connubio internazionale: «Tutto nasce dalla possibilità di creare una collaborazione fra due filoni tradizionali simili ma allo stesso tempo diversi. La cultura religiosa del Meridione italiano e in particolare della Puglia ha tanti punti di contatto con i riti della Castiglia ed è per questa ragione che un avvicinamento fra queste tradizioni potrebbe portare un importante ritorno economico per entrambe le parti coinvolte. A Valladolid abbiamo un centro internazionale di studi della tradizione legata ai riti della Settimana Santa e il nostro obiettivo è quello di estendere la fruizione di questo patrimonio anche oltre i pochi giorni destinati al culto. Attraverso mostre fotografiche, esibizioni musicali e veri e propri percorsi turistici in vari centri coinvolti, si potrebbe dare un valore più esteso a contenuti che ovviamente hanno minore respiro se vengono considerati soltanto durante la Settimana Santa in sé. Ci sono sovvenzionamenti europei che vengono messi a nostra disposizione per investimenti che creano sempre un ritorno turistico di qualità e che quindi porterebbero anche in Puglia gli stessi effetti positivi. Da noi, ostelli e alberghi risultano pieni già nelle settimane precedenti alle varie ritualità e questo fa capire quanti turisti, spagnoli e non, siano interessati a questo tipo di eventi. Sinergie come questa possono permettere ai nostri turisti di conoscere la vostra terra e viceversa, partendo dal culto religioso per poi arrivare ai paesaggi, all'architettura e a tutto ciò che una città può offrire a livello produttivo ed economico. Non si tratta di una mercificazione della tradizione bensì di un piano per far fruttare quel che di positivo esiste in ogni centro, anche in quelli che magari hanno minore visibilità soprattutto all'estero».
Anche la sua collega, Maria Pilar Panero Garcia, ha voluto sottolineare l'importanza di far riferimento al concetto di identità culturale, valorizzato soprattutto in momenti di grande coinvolgimento come la Settimana Santa: «La Settimana Santa di Valladolid è considerata come un patrimonio di livello internazionale per la sua storia e per il seguito che ha da tanti anni in tutta la regione. Ecco perché seguire un modello tanto positivo ed efficace crediamo possa portare tanti benefici di carattere turistico e d'immagine. Un elemento importante di questa nostra tradizione, e di tutte le altre affini a questa, è quello dell'identità. Sappiamo che ogni comunità che abbia tradizioni di lungo corso si identifica proprio in momenti in cui ogni persona può legarsi al proprio passato, ad attività senza tempo che veniamo compiute allo stesso modo anche dai propri antenati. Sentirsi legati alla propria terra e alla propria storia è importante per riuscire anno dopo anno a dare il giusto valore a questi momenti che sono religiosi ma anche culturali perché coinvolgono il folklore in tutte le sue forme, dalla scultura alla musica». In chiusura, è stata anche preventivata la possibilità di estendere anche ad altre realtà nazionali questa idea di iter religioso-culturale: «All'interno di questa rete internazionale si creeranno anche legami con altre tradizioni sacre che in molti paesi del Mediterraneo hanno storie secolari e che potranno infoltire queste collaborazioni che non fanno altro che valorizzare le singole culture creando una condivisione di esperienze e di sapere. Abbiamo già preso parte a convegni in Portogallo e abbiamo contatti con altre nazioni in cui la Settimana Santa è un patrimonio immateriale di primo livello, come Malta, la Slovenia e la Grecia. Sarebbe bello poter creare degli itinerari in cui il turista possa scegliere liberamente le proprie mete avendo come filo conduttore proprio queste ritualità che tanto importanti sono in questi Paesi».
Si tratta di Luis Alonso Ponga e Maria Pilar Panero Garcia, rispettivamente docenti di Antropologia sociale e di Studi sulla tradizione all'Università di Valladolid, ospiti ieri presso la sede comunale di Lama Scotella per presentare le finalità di questo asse Puglia-Spagna che potrebbe avere tanti effetti positivi sul turismo locale e non solo. I due universitari sono stati accompagnati da Gaetano Armenio, presidente dell'associazione Puglia Autentica e curatore scientifico della mostra fotografica "Plenilunio di Primavera". Luis Alonso Ponga ha presentato così l'idea di questo connubio internazionale: «Tutto nasce dalla possibilità di creare una collaborazione fra due filoni tradizionali simili ma allo stesso tempo diversi. La cultura religiosa del Meridione italiano e in particolare della Puglia ha tanti punti di contatto con i riti della Castiglia ed è per questa ragione che un avvicinamento fra queste tradizioni potrebbe portare un importante ritorno economico per entrambe le parti coinvolte. A Valladolid abbiamo un centro internazionale di studi della tradizione legata ai riti della Settimana Santa e il nostro obiettivo è quello di estendere la fruizione di questo patrimonio anche oltre i pochi giorni destinati al culto. Attraverso mostre fotografiche, esibizioni musicali e veri e propri percorsi turistici in vari centri coinvolti, si potrebbe dare un valore più esteso a contenuti che ovviamente hanno minore respiro se vengono considerati soltanto durante la Settimana Santa in sé. Ci sono sovvenzionamenti europei che vengono messi a nostra disposizione per investimenti che creano sempre un ritorno turistico di qualità e che quindi porterebbero anche in Puglia gli stessi effetti positivi. Da noi, ostelli e alberghi risultano pieni già nelle settimane precedenti alle varie ritualità e questo fa capire quanti turisti, spagnoli e non, siano interessati a questo tipo di eventi. Sinergie come questa possono permettere ai nostri turisti di conoscere la vostra terra e viceversa, partendo dal culto religioso per poi arrivare ai paesaggi, all'architettura e a tutto ciò che una città può offrire a livello produttivo ed economico. Non si tratta di una mercificazione della tradizione bensì di un piano per far fruttare quel che di positivo esiste in ogni centro, anche in quelli che magari hanno minore visibilità soprattutto all'estero».
Anche la sua collega, Maria Pilar Panero Garcia, ha voluto sottolineare l'importanza di far riferimento al concetto di identità culturale, valorizzato soprattutto in momenti di grande coinvolgimento come la Settimana Santa: «La Settimana Santa di Valladolid è considerata come un patrimonio di livello internazionale per la sua storia e per il seguito che ha da tanti anni in tutta la regione. Ecco perché seguire un modello tanto positivo ed efficace crediamo possa portare tanti benefici di carattere turistico e d'immagine. Un elemento importante di questa nostra tradizione, e di tutte le altre affini a questa, è quello dell'identità. Sappiamo che ogni comunità che abbia tradizioni di lungo corso si identifica proprio in momenti in cui ogni persona può legarsi al proprio passato, ad attività senza tempo che veniamo compiute allo stesso modo anche dai propri antenati. Sentirsi legati alla propria terra e alla propria storia è importante per riuscire anno dopo anno a dare il giusto valore a questi momenti che sono religiosi ma anche culturali perché coinvolgono il folklore in tutte le sue forme, dalla scultura alla musica». In chiusura, è stata anche preventivata la possibilità di estendere anche ad altre realtà nazionali questa idea di iter religioso-culturale: «All'interno di questa rete internazionale si creeranno anche legami con altre tradizioni sacre che in molti paesi del Mediterraneo hanno storie secolari e che potranno infoltire queste collaborazioni che non fanno altro che valorizzare le singole culture creando una condivisione di esperienze e di sapere. Abbiamo già preso parte a convegni in Portogallo e abbiamo contatti con altre nazioni in cui la Settimana Santa è un patrimonio immateriale di primo livello, come Malta, la Slovenia e la Grecia. Sarebbe bello poter creare degli itinerari in cui il turista possa scegliere liberamente le proprie mete avendo come filo conduttore proprio queste ritualità che tanto importanti sono in questi Paesi».