Pubblico di figuranti per Sanremo? Riccardo Muti boccia l'idea: «Inaccettabile»

Le parole del direttore d'orchestra molfettese

lunedì 1 febbraio 2021 7.19
Sono in corso in questi giorni le riflessioni tra i tecnici del Comitato Tecnico Scientifico e i dirigenti Rai per discutere della sicurezza sanitaria del Festival di Sanremo per l'edizione 2021, ancora in discussione a causa della pandemia. Le principali preoccupazioni emerse da parte degli esperti del Ministero della Salute riguardano il rischio assembramenti e la compatibilità dell'evento con un'eventuale zona rossa o arancione.

Resta poi il problema del pubblico: era stata avanzata la proposta di utilizzare come spettatori dell'Ariston dei figuranti pagati appositamente per riempire gli spalti del teatro ed evitare un evento totalmente a porte chiuse. A tal proposito, si è espresso Riccardo Muti in una intervista a Repubblica, manifestando tutto il suo scetticismo in merito a questa possibilità: «Ho parlato con il ministro Dario Franceschini e gli ho detto con chiarezza come la penso sulla questione dei figuranti, ossia che è abominevole. Ho scambiato con lui quattro chiacchiere che si possono riassumere in tre punti fondamentali».

«Il primo è l'augurio che tutti noi possiamo uscire dalla pandemia - spiega Muti - che il mondo della cultura possa ricominciare a fare le cose, che si potrebbe aprire al più presto i teatri al pubblico. Con le cautele del caso, naturalmente. Il secondo, è che la legge è uguale per tutti. E se si chiude, devono chiudere tutti. Il terzo, sulla diatriba Sanremo e l'idea di usare figuranti pagati come pubblico per l'Ariston il mio giudizio è uno: è semplicemente una cosa abominevole. E, tra l'altro, potrebbe rappresentare un precedente gravissimo. Non dobbiamo avere un pubblico finto, non esiste».

«È un'idea raccapricciante, che fa accapponare la pelle per chi lavora nel mondo dello spettacolo. È assurdo per gli interpreti e per il pubblico vero. Io spero che si possa aprire al più presto e che si possa tornare in scena. Noi al Ravenna Festival, che si svolgeva all'aperto, abbiamo avuto un pubblico a distanza. Nei teatri si può fare la stessa cosa: spettatori distanziati. Così diventano il posto più sicuro. La gente viene per vedere lo spettacolo, mica per parlare col vicino che è seduto accanto» tuona il direttore d'orchestra molfettese.