Piazza Paradiso e vie adiacenti: cuore della città o ghetto? La nota congiunta di diverse realtà di quartiere

Riflessioni a firma del Presidio Libera, della Parrocchia Immacolata, di Auser Molfetta e Teatrermitage/SPAZIOleARTI

mercoledì 18 agosto 2021
Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota a firma del Presidio Libera "Gianni Carnicella", della Parrocchia Immacolata, di Auser Molfetta e Teatrermitage/SPAZIOleARTI.

"Alla luce degli ultimi episodi di cronaca che hanno avuto per teatro, lo scorso martedì 11 agosto, piazza Paradiso e le vie adiacenti, che fanno del quartiere dell'Immacolata un reticolato urbano vivace e popolare, vogliamo porre sotto i riflettori, per l'ennesima volta, il problema "sicurezza" pubblica e urbana come reclamo di una qualità di vita che per gli abitanti del quartiere non deve rappresentare una conquista, ma un diritto".

"Siamo consapevoli che il quartiere ottocentesco dell'Immacolata è storicamente interessato da problemi "sociali" importanti che si manifestano ormai da decenni sia in forme di inciviltà e di scarso senso civico di una fetta dei residenti (a cui si ascrive anche il problema della pulizia del quartiere), sia in forme di abusivismo e illegalità diffusa che sfociano nella detenzione illecita e nell'uso delle armi, nell'arroganza per il controllo sfrontato del territorio, fosse pure per l'occupazione di un posto auto".

"Da un punto di vista meramente anagrafico, nel quartiere convivono due opposti: da un lato, una popolazione anziana, a volte con una forte componente monofamiliare, con redditi derivanti da basse pensioni di reversibilità; dall'altro lato una popolazione giovane che, a volte, alimenta in maniera consistente il fenomeno della dispersione scolastica e, spesso, diventa facile "vivaio" per le attività illegali presenti nel quartiere. A noi pare, pertanto, non essere affatto retorico in questo momento storico denunciare la nostra forte preoccupazione nell'assistere periodicamente a situazioni in cui l'uso delle armi, l'arroganza e il controllo sfrontato del territorio, che sfociano in risse e spaccio di sostanze stupefacenti, vengano considerati comportamenti consueti, appartenenti al modus vivendi di una parte di popolazione, un modus quasi "tipico" e "identitario" del quartiere stesso".

"Pur considerando le azioni messe in atto per il quartiere dall'attuale Amministrazione comunale, nonché sostenendo e incoraggiando tutte le realtà (parrocchia e associazioni) che lavorano sul territorio e si prodigano per animarlo, riteniamo che sia giunto il momento di mettere in atto un presidio permanente di legalità e di controllo del territorio, che debba vedere uniti l'Amministrazione e tutte le energie migliori del quartiere per ripristinare un senso di legalità ampio e diffuso, nel rispetto di norme e regolamenti scritti, ma anche di logiche non scritte di convivenza civile".

"Crediamo fortemente nel fatto che molto dipenderà da un risveglio culturale della nostra comunità cittadina e in un accrescimento del senso civico singolo e collettivo. Nel contempo, siamo convinti che "voltare le spalle e far finta di non vedere" non sia il presupposto sul quale fondare uno slancio di rinascita culturale e sociale. Alla luce di tutto quanto esposto, crediamo sia giunto il momento di avviare, all'interno del quartiere e in sinergia con l'Amministrazione, un percorso di vigile presenza collettiva sul territorio, supportato da specifiche scelte amministrative e politiche, che mirino a: "Perché non costituire un tavolo di lavoro permanente tra Amministrazione e quartiere per costruire insieme politiche concrete e iniziative per il bene comune del quartiere? È giunto il momento di scegliere se essere un territorio o un suo ghetto! Noi ci siamo".