Omicidio Lopez al Bahia Beach di Molfetta, chiesti 20 anni per Lavopa

Alla sbarra anche Palermiti (3 anni e 10 mesi) e Fresa (2 anni e 4 mesi). Ratificato il patteggiamento di Ruta: 2 anni e 6 mesi

giovedì 27 novembre 2025 18.10
A cura di Nicola Miccione
Tre richieste di condanna e un patteggiamento nel processo con rito abbreviato per l'omicidio di Antonella Lopez, avvenuto al Bahia Beach di Molfetta. 20 anni di reclusione la richiesta della pubblica accusa per il 22enne barese Michele Lavopa, in carcere per aver sparato e ucciso la 19enne la sera del 22 settembre 2024.

In veste di imputati oltre a «Tupac», accusato di omicidio e di tentato omicidio aggravati dal metodo mafioso e rinchiuso nel carcere di Napoli Poggioreale (difeso dall'avvocato Francesco Santangelo), anche altre tre persone. Si tratta del 21enne Eugenio Palermiti, in carcere a Bari e assistito dai legali Andrea Casto e Nicola Quaranta, oltre a Giuseppe Fresa e Mario Ruta, di 22 e di 21 anni che avrebbero aiutato Lavopa a disfarsi della pistola calibro 7.65 usata per uccidere la 19enne.

Per Palermiti, nipote omonimo del boss del rione Japigia di Bari, sono stati invocati 3 anni e 10 mesi, per Fresa, difeso dall'avvocato Ornella Calianno, 2 anni e 4 mesi, mentre Ruta (avvocato Casto) ha patteggiato una pena a 2 anni e 6 mesi. Nella prima seduta, davanti al giudice dell'udienza preliminare Susanna De Felice, si erano costituiti parte civile la Regione Puglia, il Comune di Molfetta e Nicola Spadavecchia, oramai ex gestore, rappresentato dall'avvocato Maurizio Masellis.

Nessuna richiesta di costituzione di parte civile è pervenuta da parte dei familiari della giovane uccisa per sbaglio il 24 settembre 2024 in un regolamento di conti tra Lavopa e Palermiti, rimasto ferito lievemente. Tra loro c'erano stati screzi in passato. Quella notte Lavopa avrebbe esploso sette colpi di una pistola calibro 7.65, uccidendo Lopez e ferendo quattro ragazzi, fra cui Palermiti, il bersaglio: «Ho sparato alla ragazza deceduta, ma non volevo sparare a lei», ha detto Lavopa.

Il 22enne avrebbe spiegato che si era recato in discoteca portando con sé una pistola «per difendersi». Una volta arrivati al locale alle ore 02.30, si sono sistemati vicino ad una rampa di scale, mentre Lavopa, dopo aver visto il gruppo di Palermiti, avrebbe deciso di spostarsi. Ma il 22enne, mentre si spostava, avrebbe subìto minacce dalla comitiva di Palermiti con quest'ultimo che avrebbe tentato di estrarre un'arma spostando il braccio verso la cintola e scatenando la sua reazione.

Lavopa, infatti, tenendo il braccio piegato, avrebbe impugnato la pistola ed esploso i colpi, prima di fuggire e rientrare al San Paolo: da qui, con un'auto e assieme a due suoi amici (Ruta e Fresa), avrebbero nascosto l'arma. La prossima udienza è prevista per il 22 gennaio, mentre la sentenza sarà pronunciata il 29 gennaio.