La consigliera dimissionaria Crocifero: «Molfetta non poteva restare senza guida»
È stata tra i tre rappresentanti della maggioranza ad abbandonare l’incarico
venerdì 17 ottobre 2025
14.37
Con le dimissioni presentate ieri, 16 ottobre, la consigliera comunale Antonia Crocifero è stata tra i tre rappresentanti della maggioranza ad abbandonare l'incarico, innescando di fatto la caduta dell'amministrazione. In una lunga dichiarazione, la consigliera ha spiegato le ragioni della sua decisione, richiamandosi a un principio di responsabilità personale e politica. «Ci sono sempre due scelte nella vita: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle», ha affermato Crocifero, aggiungendo che «questo aforisma sintetizza egregiamente la decisione che la sottoscritta ha intrapreso ieri 16 ottobre».
Una decisione, precisa, «in realtà già maturata non tanto dall'indomani dello scandalo Minervini ma dalla volontà di un gruppo politico di far finta di nulla». La consigliera spiega come, nonostante un'apparente coesione, «in realtà brancolavamo nell'oblio, smarriti senza più una guida». Per un periodo, Crocifero racconta di aver seguito la linea del gruppo, «pur con tanti dubbi», ma sottolinea che «adesso basta». «Bisognava prendere atto che una città senza una guida non può starci; che le risposte non vanno date in maniera approssimativa; che senza gli interventi tecnici di dirigenti competenti non si può governare proprio perché, come ha ribadito la consigliera Poli, noi non siamo dei tuttologi».
La consigliera afferma di non aver più potuto «rassicurare i cittadini con gesti e parole di circostanza, mancando in primis noi stessi di stabilità». Per questo, aggiunge, «un'intera città allo sbando per cui ho detto No al teatrino delle improvvisazioni. E l'ho fatto solo per dovere nei confronti dei miei elettori e di tutti coloro che mi conoscono come operatore del sociale, come persona e come professionista sempre avvezza al supporto delle categorie più fragili». Una decisione che Crocifero descrive anche come un atto di coerenza personale: «Fino a ieri vivevo dunque una dissonanza tra la concretezza reale del mio ruolo quotidiano e l'improvvisa incertezza in cui mi sono ritrovata all'indomani dello scandalo Minervini».
La consigliera racconta di aver sperato nel ritorno del sindaco sospeso: «Avrei detto basta sin da subito ma ho voluto continuare solo nell'auspicio che il nostro Sindaco, quello vero, che abbiamo votato e supportato, potesse rientrare e chiarire ogni cosa, riportando serenità alla città di Molfetta». «Questo purtroppo non è accaduto – aggiunge – e cercare di andare avanti con delle guide differenti, persone certamente suffragate ma esenti da ogni altra competenza, non era giusto. Poiché ogni ingiustizia stava creando un effetto domino sulla città e sui Molfettesi».
Nella parte finale della sua dichiarazione, Crocifero lancia un messaggio di speranza: «Molfetta ha il diritto di risorgere ma per farlo ha bisogno di un supporto vero, di una guida che riprenda in mano tutto quanto con lo spirito e la dedizione del pater familias». E conclude: «Io ci sono e continuerò ad esserci sempre per Molfetta, con o senza un titolo legittimante. Ci sono e ci sarò in primis come cittadina e poi come madre e operatore del sociale
Una decisione, precisa, «in realtà già maturata non tanto dall'indomani dello scandalo Minervini ma dalla volontà di un gruppo politico di far finta di nulla». La consigliera spiega come, nonostante un'apparente coesione, «in realtà brancolavamo nell'oblio, smarriti senza più una guida». Per un periodo, Crocifero racconta di aver seguito la linea del gruppo, «pur con tanti dubbi», ma sottolinea che «adesso basta». «Bisognava prendere atto che una città senza una guida non può starci; che le risposte non vanno date in maniera approssimativa; che senza gli interventi tecnici di dirigenti competenti non si può governare proprio perché, come ha ribadito la consigliera Poli, noi non siamo dei tuttologi».
La consigliera afferma di non aver più potuto «rassicurare i cittadini con gesti e parole di circostanza, mancando in primis noi stessi di stabilità». Per questo, aggiunge, «un'intera città allo sbando per cui ho detto No al teatrino delle improvvisazioni. E l'ho fatto solo per dovere nei confronti dei miei elettori e di tutti coloro che mi conoscono come operatore del sociale, come persona e come professionista sempre avvezza al supporto delle categorie più fragili». Una decisione che Crocifero descrive anche come un atto di coerenza personale: «Fino a ieri vivevo dunque una dissonanza tra la concretezza reale del mio ruolo quotidiano e l'improvvisa incertezza in cui mi sono ritrovata all'indomani dello scandalo Minervini».
La consigliera racconta di aver sperato nel ritorno del sindaco sospeso: «Avrei detto basta sin da subito ma ho voluto continuare solo nell'auspicio che il nostro Sindaco, quello vero, che abbiamo votato e supportato, potesse rientrare e chiarire ogni cosa, riportando serenità alla città di Molfetta». «Questo purtroppo non è accaduto – aggiunge – e cercare di andare avanti con delle guide differenti, persone certamente suffragate ma esenti da ogni altra competenza, non era giusto. Poiché ogni ingiustizia stava creando un effetto domino sulla città e sui Molfettesi».
Nella parte finale della sua dichiarazione, Crocifero lancia un messaggio di speranza: «Molfetta ha il diritto di risorgere ma per farlo ha bisogno di un supporto vero, di una guida che riprenda in mano tutto quanto con lo spirito e la dedizione del pater familias». E conclude: «Io ci sono e continuerò ad esserci sempre per Molfetta, con o senza un titolo legittimante. Ci sono e ci sarò in primis come cittadina e poi come madre e operatore del sociale