L'Italia si ferma anche oltre il 3 aprile? Le parole del Presidente Conte e del Ministro Boccia

Il premier parla a "Il Corriere della sera". Boccia intervistato da Sky

giovedì 19 marzo 2020 8.55
Non si sbilanciano del tutto ma lo fanno capire sia Giuseppe Conte sia Francesco Boccia: l'Italia potrebbe essere fermata anche dopo il 3 aprile 2020, la data ad oggi designata come termine delle prescrizioni imposte dai due Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell'8 e del 9 marzo scorso.

Il Presidente Conte ne parla a "Il Corriere della Sera".
«Al momento non è ragionevole dire di più, ma è chiaro che i provvedimenti che abbiamo preso, sia quello che ha chiuso molto delle attività aziendali e individuali del Paese, sia quello che riguarda la scuola, non potranno che essere prorogati alla scadenza», afferma, sottolineando che «determinante il parere degli scienziati, i migliori sul mercato e di cui ci stiamo avvalendo, visto che non rincorriamo i sondaggi ma abbiamo in qualche modo, doverosamente, ceduto il passo alla comunità scientifica, che in alcuni momenti della storia può anche guidare le decisioni politiche».

Sempre dalle colonne del quotidiano Conte esprime apprezzamento per i lavoro dei Sindaci italiani sul territorio, sostenendo la decisione di chiudere parchi, ville e luoghi pubblici, proprio come accaduto a Molfetta a mezzo di diverse ordinanze del primo cittadino Tommaso Minervini.

Le parole di Conte arrivano dopo quelle andate in onda ieri sera su SkyTg24 dove è intervenuto il Ministro Francesco Boccia.
«Se chiediamo agli italiani di non uscire è per ragioni valide. Sono in corso valutazioni su eventuali ulteriori strette che potrebbero incidere sui comportamenti e se si tratterà di farlo, lo faremo» ha rimarcato Boccia.
«Non è ammissibile che, rispetto all'appello a starsene in casa, ci sia gente che va a fare una corsetta o tre diversi componenti della stessa famiglia in giro per la spesa. Discorso diverso per chi oggi è obbligato a lavorare per tenere in piedi il Paese».

Le decisioni ufficiali arriveranno nei prossimi giorni. Resta l'idea che sta maturando anche in tanti cittadini: il ritorno alla vita a cui eravamo abituati non potrà che essere lento e graduale.