Il ritorno di due tele a Santa Teresa: quando la memoria incontra la rinascita
Lucia Vista, residente al Nord da 23 anni, racconta l’emozione di rivedere la chiesa dell'infanzia restaurata
lunedì 29 dicembre 2025
Lucia Vista, molfettese che da oltre vent'anni vive nel Nord Italia con la propria famiglia. Tornata a Molfetta per le festività natalizie, ha visitato la chiesa di Santa Teresa, luogo profondamente legato alla sua infanzia e agli anni vissuti nell'Azione Cattolica. Colpita dal recente restauro della chiesa e dal ritorno di alcune opere d'arte sacra, Lucia Vista ha voluto condividere una riflessione personale, intrecciando memoria familiare, devozione e storia della comunità parrocchiale.
«Tornare a casa per le festività natalizie ha sempre un sapore particolare. Si rientra con la valigia piena di regali, certo, ma soprattutto con quella più invisibile dei ricordi, che si riapre non appena si rimettono i piedi nella propria città. Così è stato per me, rientrata a Molfetta da pochi giorni, quando ho deciso di fare una passeggiata nel centro e, quasi senza pensarci, ho salito le scale della chiesa di Santa Teresa.
Quella chiesa non è un luogo qualunque: è il cuore della mia giovinezza, il punto da cui sono passati gli anni dell'Azione Cattolica, le riunioni interminabili, le risate, le prime responsabilità condivise con don Gennaro Farinola, guida paziente e appassionata. Entrare lì significa ritrovare una parte di me. Ma ciò che ho visto ieri mi ha lasciato senza parole. Santa Teresa è rinata. Restaurata in ogni dettaglio, luminosa come non l'avevo mai vista, quasi nuova. Le pareti, i soffitti, l'altare: tutto risplende di una cura che racconta amore e dedizione. Mi sono avvicinata al presbiterio e ho notato con emozione il tabernacolo voluto da don Gennaro, al centro dello sguardo.
Ma la sorpresa più grande è stata ritrovare la statua settecentesca di Santa Teresa, restaurata e collocata in modo da esprimere tutta la sua grazia antica. Accanto, le tele della Madonna del Rosario e del Sacro Cuore, che per anni avevano riposato nei locali della parrocchia, ora tornate a parlare alla comunità e ad alimentare la devozione dei fedeli. Eppure, mentre osservavo quelle opere, la memoria mi ha riportata ad altre due tele che da ragazza guardavo spesso: quella di Santa Teresa, titolare della chiesa, e quella dell'Addolorata. Quest'ultima aveva un significato speciale per me. Mia madre, quando ero bambina, mi diceva sempre di soffermarmi sul volto della Vergine addolorata. Lei aveva perso sua madre da giovane, e in quell'immagine aveva trovato consolazione. Era come se, attraverso quel dipinto, mi affidasse un pezzo della sua storia. Non le ho viste in chiesa. Ho chiesto ad una signora anziana e mi ha detto che sono al museo diocesano. Poi ha aggiunto: "Ma stiamo aspettando che ritornino".
Quando sono tornata a casa, ho raccontato tutto a mia mamma: la chiesa restaurata, le statue, le tele ritrovate. Lei ha sorriso, si è alzata e ha tirato fuori un vecchio album di fotografie. "Guarda qui", mi ha detto, mostrandomi immagini di quegli anni lontani. Poi, indicando proprio le due tele che ricordavo, mi ha detto anche lei: "A breve torneranno anche loro in chiesa. Dopo quasi quindici anni al Museo Diocesano, stanno per rientrare a Santa Teresa".
Poi mi ha spiegato che il giovane parroco ha voluto accogliere la richiesta venuta da molti parrocchiani. Ora si attende solo l'organizzazione del trasporto. La comunità è in fermento: pochi giorni fa è già tornata la statua seicentesca della Madonna di Loreto, un altro tassello prezioso della storia del quartiere. Mancano solo quei due quadri, tanto attesi e tanto amati.
Molfetta si prepara a riabbracciarli con entusiasmo. E mentre la città si veste di luci natalizie, anche la chiesa di Santa Teresa si prepara a completare il suo ritorno alla bellezza. Per molti sarà un semplice recupero artistico; per altri, come me, sarà un ritorno di volti, memorie, emozioni. Per tutti sarà un risarcire un tassello di fede. Sarà, in fondo, un modo per ritrovare ancora una volta la strada di casa.»
«Tornare a casa per le festività natalizie ha sempre un sapore particolare. Si rientra con la valigia piena di regali, certo, ma soprattutto con quella più invisibile dei ricordi, che si riapre non appena si rimettono i piedi nella propria città. Così è stato per me, rientrata a Molfetta da pochi giorni, quando ho deciso di fare una passeggiata nel centro e, quasi senza pensarci, ho salito le scale della chiesa di Santa Teresa.
Quella chiesa non è un luogo qualunque: è il cuore della mia giovinezza, il punto da cui sono passati gli anni dell'Azione Cattolica, le riunioni interminabili, le risate, le prime responsabilità condivise con don Gennaro Farinola, guida paziente e appassionata. Entrare lì significa ritrovare una parte di me. Ma ciò che ho visto ieri mi ha lasciato senza parole. Santa Teresa è rinata. Restaurata in ogni dettaglio, luminosa come non l'avevo mai vista, quasi nuova. Le pareti, i soffitti, l'altare: tutto risplende di una cura che racconta amore e dedizione. Mi sono avvicinata al presbiterio e ho notato con emozione il tabernacolo voluto da don Gennaro, al centro dello sguardo.
Ma la sorpresa più grande è stata ritrovare la statua settecentesca di Santa Teresa, restaurata e collocata in modo da esprimere tutta la sua grazia antica. Accanto, le tele della Madonna del Rosario e del Sacro Cuore, che per anni avevano riposato nei locali della parrocchia, ora tornate a parlare alla comunità e ad alimentare la devozione dei fedeli. Eppure, mentre osservavo quelle opere, la memoria mi ha riportata ad altre due tele che da ragazza guardavo spesso: quella di Santa Teresa, titolare della chiesa, e quella dell'Addolorata. Quest'ultima aveva un significato speciale per me. Mia madre, quando ero bambina, mi diceva sempre di soffermarmi sul volto della Vergine addolorata. Lei aveva perso sua madre da giovane, e in quell'immagine aveva trovato consolazione. Era come se, attraverso quel dipinto, mi affidasse un pezzo della sua storia. Non le ho viste in chiesa. Ho chiesto ad una signora anziana e mi ha detto che sono al museo diocesano. Poi ha aggiunto: "Ma stiamo aspettando che ritornino".
Quando sono tornata a casa, ho raccontato tutto a mia mamma: la chiesa restaurata, le statue, le tele ritrovate. Lei ha sorriso, si è alzata e ha tirato fuori un vecchio album di fotografie. "Guarda qui", mi ha detto, mostrandomi immagini di quegli anni lontani. Poi, indicando proprio le due tele che ricordavo, mi ha detto anche lei: "A breve torneranno anche loro in chiesa. Dopo quasi quindici anni al Museo Diocesano, stanno per rientrare a Santa Teresa".
Poi mi ha spiegato che il giovane parroco ha voluto accogliere la richiesta venuta da molti parrocchiani. Ora si attende solo l'organizzazione del trasporto. La comunità è in fermento: pochi giorni fa è già tornata la statua seicentesca della Madonna di Loreto, un altro tassello prezioso della storia del quartiere. Mancano solo quei due quadri, tanto attesi e tanto amati.
Molfetta si prepara a riabbracciarli con entusiasmo. E mentre la città si veste di luci natalizie, anche la chiesa di Santa Teresa si prepara a completare il suo ritorno alla bellezza. Per molti sarà un semplice recupero artistico; per altri, come me, sarà un ritorno di volti, memorie, emozioni. Per tutti sarà un risarcire un tassello di fede. Sarà, in fondo, un modo per ritrovare ancora una volta la strada di casa.»