Il caso Regeni nel Consiglio Comunale di Molfetta grazie ad Amnesty International
Le riflessioni del gruppo molfettese in una nota
domenica 7 aprile 2019
Il 25 gennaio 2016 il nome di Giulio Regeni si aggiungeva a quelli dei tanti egiziani e delle tante egiziane vittime di sparizione forzata in Egitto. Pochi giorni dopo, il 3 febbraio, il nome del ricercatore italiano si aggiungeva a quelli dei tanti egiziani e delle tante egiziane torturati e assassinati.
Sono trascorsi più di tre anni e ancora le autorità egiziane si ostinano a non rivelare i nomi di chi ha ordinato, di chi ha eseguito, di chi ha coperto e ancora copre il sequestro, la tortura e l'omicidio di Giulio, scegliendo la tattica del depistaggio, della perdita di tempo, delle promesse non mantenute: si pensi che solo nel dicembre 2017 l'avvocata della famiglia Regeni è riuscita a farsi dare dei documenti dalla procura locale recandosi direttamente al Cairo.
Sono stati tre anni faticosi, impegnativi e carichi di emozioni. Rimbombano nella testa le parole della la madre di Giulio, che raccontano "di tutto il male del mondo che ho visto sul corpo di Giulio, un corpo riconosciuto solo dalla punta del naso". Queste parole hanno dato il via ad una campagna nazionale per la ricerca della verità di proporzioni eccezionali. La forza dei coniugi Regeni, la tenacia dell'avvocata Alessandra Ballerini e l'intensa, quanto incredibile, storia di Giulio hanno risvegliato la coscienza di un intero paese. Su centinaia di edifici, scuole, piazze in Italia sono stati esposti gli striscioni recanti la richiesta di "Verità per Giulio Regeni" portando il giallo caratteristico della campagna in tutte le città italiane. Amnesty International ricorda Giulio come un difensore dei diritti umani: la sua storia ha fatto da eco alle tante vittime di sparizione forzata, ha dato coraggio ai tantissimi attivisti per i diritti umani egiziani che rischiano sempre di più ogni giorno, ha diradato la coltre di nebbia che copre il sistematico ricorso alla tortura nei sistemi autoritari.
Per queste ragioni, a Gennaio il Gruppo 236 di Amnesty International Molfetta chiedeva al Consiglio Comunale di Molfetta di aderire alla campagna di solidarietà "Verità per Giulio Regeni", autorizzando l'esposizione di uno striscione al balcone del Palazzo Comunale riportante la dicitura "Verità per Giulio Regeni". Lunedì 8 aprile, con soddisfazione dell'associazione, si discuterà in Consiglio Comunale l'adesione alla campagna portata avanti dalla famiglia Regeni, da Amnesty International e da tutto il mondo dell'attivismo.
Amnesty International non accetterà che si passi, prematuramente, dalla ricerca della verità al ricordo, alla commemorazione e alla memoria. Continuerà a pronunciare il nome di Giulio Regeni, per ricordare al governo egiziano e a quello italiano che non si fermerà fino a che non si sarà raggiunto il risultato atteso: una verità giudiziaria che accerti le responsabilità individuali di chi ha rapito, torturato e ucciso, e di chi ha permesso che ciò accadesse.
Il Gruppo 236 di Amnesty International Molfetta rivolge a tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio comunale la richiesta di approvare all'unanimità tale appello.
Sono trascorsi più di tre anni e ancora le autorità egiziane si ostinano a non rivelare i nomi di chi ha ordinato, di chi ha eseguito, di chi ha coperto e ancora copre il sequestro, la tortura e l'omicidio di Giulio, scegliendo la tattica del depistaggio, della perdita di tempo, delle promesse non mantenute: si pensi che solo nel dicembre 2017 l'avvocata della famiglia Regeni è riuscita a farsi dare dei documenti dalla procura locale recandosi direttamente al Cairo.
Sono stati tre anni faticosi, impegnativi e carichi di emozioni. Rimbombano nella testa le parole della la madre di Giulio, che raccontano "di tutto il male del mondo che ho visto sul corpo di Giulio, un corpo riconosciuto solo dalla punta del naso". Queste parole hanno dato il via ad una campagna nazionale per la ricerca della verità di proporzioni eccezionali. La forza dei coniugi Regeni, la tenacia dell'avvocata Alessandra Ballerini e l'intensa, quanto incredibile, storia di Giulio hanno risvegliato la coscienza di un intero paese. Su centinaia di edifici, scuole, piazze in Italia sono stati esposti gli striscioni recanti la richiesta di "Verità per Giulio Regeni" portando il giallo caratteristico della campagna in tutte le città italiane. Amnesty International ricorda Giulio come un difensore dei diritti umani: la sua storia ha fatto da eco alle tante vittime di sparizione forzata, ha dato coraggio ai tantissimi attivisti per i diritti umani egiziani che rischiano sempre di più ogni giorno, ha diradato la coltre di nebbia che copre il sistematico ricorso alla tortura nei sistemi autoritari.
Per queste ragioni, a Gennaio il Gruppo 236 di Amnesty International Molfetta chiedeva al Consiglio Comunale di Molfetta di aderire alla campagna di solidarietà "Verità per Giulio Regeni", autorizzando l'esposizione di uno striscione al balcone del Palazzo Comunale riportante la dicitura "Verità per Giulio Regeni". Lunedì 8 aprile, con soddisfazione dell'associazione, si discuterà in Consiglio Comunale l'adesione alla campagna portata avanti dalla famiglia Regeni, da Amnesty International e da tutto il mondo dell'attivismo.
Amnesty International non accetterà che si passi, prematuramente, dalla ricerca della verità al ricordo, alla commemorazione e alla memoria. Continuerà a pronunciare il nome di Giulio Regeni, per ricordare al governo egiziano e a quello italiano che non si fermerà fino a che non si sarà raggiunto il risultato atteso: una verità giudiziaria che accerti le responsabilità individuali di chi ha rapito, torturato e ucciso, e di chi ha permesso che ciò accadesse.
Il Gruppo 236 di Amnesty International Molfetta rivolge a tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio comunale la richiesta di approvare all'unanimità tale appello.