Emiliano: «Un lockdown duro ammazzerebbe l'economia. Diamo tempo ai vaccini»
Le parole del presidente della Regione Puglia sull'emergenza sanitaria
domenica 14 febbraio 2021
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, è intervenuto in settimana alla trasmissione "L'aria che tira" in onda su La7 dicendo la sua su questa fase delicata nella gestione della pandemia: "Lo stop and go per abbassare la curva è una tecnica epidemiologica alla quale purtroppo l'economia si deve adeguare, non c'è alternativa. Se facciamo due mesi di lockdown severissimo come abbiamo fatto a marzo e aprile l'economia la ammazziamo definitivamente".
"Anche i vaccini, non caricateli di eccessiva capacità di risoluzione del problema perché non è così - ha aggiunto Emiliano - . Bisogna assegnare al vaccino il ruolo che gli spetta. Le bacchette magiche non esistono. E' possibile che il vaccino non funzioni benissimo su alcune varianti, che l'immunizzazione non duri per sempre. Nel frattempo abbiamo imparato tante tecniche nuove come il lavoro a distanza, che in generale fanno bene alla salute e all'ambiente. Sono questi cambiamenti che Draghi dovrà intercettare". Per il presidente della Regione Puglia anche "decidere di cambiare gli orari delle città, di chiudere alle 18 tutte le attività economiche e da quell'ora in poi, come accade in tante città europee, si passi il tempo per cultura, ristoranti, per vivere in maniera diversa e creare un fatturato che non esiste, può essere una strategia importante da realizzare da parte della politica".
In Puglia, intanto, scende sotto la "soglia critica" del 30% l'occupazione dei posti nei reparti di terapia Intensiva: a segnalarlo è l'ultimo report dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, secondo il quale il 28% dei posti letto di Rianimazione è occupato da pazienti positivi al Coronavirus, -2% rispetto al limite fissato dal ministero della Salute. Lo scorso 5 febbraio la percentuale di occupazione nelle Intensive della Puglia era del 37%. Il calo è dovuto anche al ricalcolo, chiesto dalla Regione Puglia, dei posti letto effettivamente attivi in questo momento. C'era stata, infatti, una sottostima dovuta al mancato conteggio anche dei reparti mobili attivati, ad esempio, nella provincia Barletta-Andria-Trani. Proprio l'elevata occupazione dei posti letto di Intensiva non avrebbe permesso alla Puglia di passare dalla zona arancione a quella gialla.
Nell'area medica (pneumologia, malattie infettive, medicina) il tasso di occupazione è pari al 40%, in calo di un punto. Entrambi i dati restano, però, oltre la media nazionale: in Italia infatti il tasso di occupazione dei posti letto di Intensiva è del 24%; quello di medicina Covid è del 31%.
"Anche i vaccini, non caricateli di eccessiva capacità di risoluzione del problema perché non è così - ha aggiunto Emiliano - . Bisogna assegnare al vaccino il ruolo che gli spetta. Le bacchette magiche non esistono. E' possibile che il vaccino non funzioni benissimo su alcune varianti, che l'immunizzazione non duri per sempre. Nel frattempo abbiamo imparato tante tecniche nuove come il lavoro a distanza, che in generale fanno bene alla salute e all'ambiente. Sono questi cambiamenti che Draghi dovrà intercettare". Per il presidente della Regione Puglia anche "decidere di cambiare gli orari delle città, di chiudere alle 18 tutte le attività economiche e da quell'ora in poi, come accade in tante città europee, si passi il tempo per cultura, ristoranti, per vivere in maniera diversa e creare un fatturato che non esiste, può essere una strategia importante da realizzare da parte della politica".
In Puglia, intanto, scende sotto la "soglia critica" del 30% l'occupazione dei posti nei reparti di terapia Intensiva: a segnalarlo è l'ultimo report dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, secondo il quale il 28% dei posti letto di Rianimazione è occupato da pazienti positivi al Coronavirus, -2% rispetto al limite fissato dal ministero della Salute. Lo scorso 5 febbraio la percentuale di occupazione nelle Intensive della Puglia era del 37%. Il calo è dovuto anche al ricalcolo, chiesto dalla Regione Puglia, dei posti letto effettivamente attivi in questo momento. C'era stata, infatti, una sottostima dovuta al mancato conteggio anche dei reparti mobili attivati, ad esempio, nella provincia Barletta-Andria-Trani. Proprio l'elevata occupazione dei posti letto di Intensiva non avrebbe permesso alla Puglia di passare dalla zona arancione a quella gialla.
Nell'area medica (pneumologia, malattie infettive, medicina) il tasso di occupazione è pari al 40%, in calo di un punto. Entrambi i dati restano, però, oltre la media nazionale: in Italia infatti il tasso di occupazione dei posti letto di Intensiva è del 24%; quello di medicina Covid è del 31%.