don Gino Samarelli: «Abbiamo visto la guerra. Queste persone nostre ospiti»
La toccante testimonianza del parroco del Duomo: «Accolti nell'affetto della nostra terra»
venerdì 11 marzo 2022
19.18
«Queste persone raccontano storie incredibilmente assurde, raccontano la guerra».
Dopo 2000 km don Gino Samarelli parla dell'esperienza che, partita martedì 8 marzo 2022 da Molfetta, ha fatto sì che 45 persone (tra cui un neonato) e anche 3 cagnolini siano in salvo dal conflitto in Ucraina.
Una iniziativa nata spontaneamente dalla volontà del parroco del Duomo e resa possibile grazie alla collaborazione con la Diocesi e i servizi sociali del Comune di Molfetta oltre al Sermolfetta.
«Se io non avessi visto alla frontiera ungherese dei ragazzi, giovanissimi, con ancora il volto ingenuo dei ragazzi, armati di tutto punto che controllavano gli ingressi e le uscite: se non avessi visto tutte queste persone francamente avrei detto: ma è vero?», è il racconto di don Gino.
A Leopoli l'incontro con questo gruppo di persone le quali sono state accompagnate nel loro viaggio verso l'Italia: in molti hanno abbracciato parenti e familiari o amici in tappe intermedie, cinque gli uomini ciechi trasporti in un centro ad hoc a Foggia mentre in 13 resteranno a Molfetta, ospitati in un sistema che vedrà le parrocchie locali in prima linea.
«Queste persone non sono profughi ma ospiti - ha ribadito don Gino - appena gli amici parroci prenderanno queste persone io potrò dire la mia missione è compiuta».
Al parroco e a tutta la spedizione è stato tributato un grande applauso spontaneo da tutti i presenti su Banchina Seminario al momento dell'arrivo.
Dopo 2000 km don Gino Samarelli parla dell'esperienza che, partita martedì 8 marzo 2022 da Molfetta, ha fatto sì che 45 persone (tra cui un neonato) e anche 3 cagnolini siano in salvo dal conflitto in Ucraina.
Una iniziativa nata spontaneamente dalla volontà del parroco del Duomo e resa possibile grazie alla collaborazione con la Diocesi e i servizi sociali del Comune di Molfetta oltre al Sermolfetta.
«Se io non avessi visto alla frontiera ungherese dei ragazzi, giovanissimi, con ancora il volto ingenuo dei ragazzi, armati di tutto punto che controllavano gli ingressi e le uscite: se non avessi visto tutte queste persone francamente avrei detto: ma è vero?», è il racconto di don Gino.
A Leopoli l'incontro con questo gruppo di persone le quali sono state accompagnate nel loro viaggio verso l'Italia: in molti hanno abbracciato parenti e familiari o amici in tappe intermedie, cinque gli uomini ciechi trasporti in un centro ad hoc a Foggia mentre in 13 resteranno a Molfetta, ospitati in un sistema che vedrà le parrocchie locali in prima linea.
«Queste persone non sono profughi ma ospiti - ha ribadito don Gino - appena gli amici parroci prenderanno queste persone io potrò dire la mia missione è compiuta».
Al parroco e a tutta la spedizione è stato tributato un grande applauso spontaneo da tutti i presenti su Banchina Seminario al momento dell'arrivo.