Dieci anni di Episcopato. «Nei prossimi vorrei consumarmi per il prossimo»
Diocesi in festa per il Vescovo. Alle ore 19 in Cattedrale la Santa Messa
venerdì 22 settembre 2017
Cordiale, disponibile, sempre sorridente e pronto a stringere una mano, ad ascoltare, ad impartire benedizioni, soprattutto ai più piccoli. Tra le gente.
Non è difficile trovarlo nelle Parrocchie, tra le aule di catechismo con i bambini oppure nei momenti di incontri spirituali riservati agli adulti o ai giovani. Pronto ad ascoltare e a far sentire la vicinanza del Pastore.
Viene da descrivere così Monsignor Domenico Cornacchia, da circa un anno e mezzo Vescovo della Diocesi di Molfetta, Giovinazzo, Ruvo e Terlizzi.
Quest'oggi, sua Eccellenza, celebra i dieci anni di Episcopato e lo farà come ha sempre vissuto la sua Vocazione: con la celebrazione dell'Eucarestia tra i fedeli che alle ore 19 riempiranno la Cattedrale.
«Il vescovo è uomo come gli altri, è creatura di Dio e dunque non mancano anche per lui momenti negativi. Specialmente quando si prendono decisioni per il bene della diocesi e della comunità, ma esse vengono recepite, all'esterno, fra la gente o dai mass media, come qualcosa di negativo o di punitivo. E quest'ultima fattispecie fa soffrire molto», ha dichiarato Monsignor Cornacchia in una lunga intervista al giornale "Luce&Vita".
Un aspetto umano che lo ha fatto subito amare e volere bene da tutti. Fondamentale per lui che ha ereditato la Diocesi in un momento di lutto profondo a seguito delle premature e drammatiche morti di Monsignor Luigi Martella e don Mimmo Amato e che, soprattutto, come ogni Vescovo deve fare i conti con i confronti con don Tonino Bello che ha conosciuto e con cui ha anche collaborato. Anzi, proprio l'affetto per don Tonino ha spinto nei mesi scorsi Monsignor Cornacchia a chiedere ufficialmente a Papa Francesco di venire a Molfetta nel 2018 in occasione delle celebrazioni del venticinquesimo anniversario della sua dipartita.
«I prossimi anni? Vorrei vivere la novità del quotidiano fra la gente e consumarmi per il prossimo», ha continuato Cornacchia.
Gli editori, il direttore e tutti i giornalisti di InnovaNews formulano i più sinceri auguri a Monsignor Domenico Cornacchia.
Non è difficile trovarlo nelle Parrocchie, tra le aule di catechismo con i bambini oppure nei momenti di incontri spirituali riservati agli adulti o ai giovani. Pronto ad ascoltare e a far sentire la vicinanza del Pastore.
Viene da descrivere così Monsignor Domenico Cornacchia, da circa un anno e mezzo Vescovo della Diocesi di Molfetta, Giovinazzo, Ruvo e Terlizzi.
Quest'oggi, sua Eccellenza, celebra i dieci anni di Episcopato e lo farà come ha sempre vissuto la sua Vocazione: con la celebrazione dell'Eucarestia tra i fedeli che alle ore 19 riempiranno la Cattedrale.
«Il vescovo è uomo come gli altri, è creatura di Dio e dunque non mancano anche per lui momenti negativi. Specialmente quando si prendono decisioni per il bene della diocesi e della comunità, ma esse vengono recepite, all'esterno, fra la gente o dai mass media, come qualcosa di negativo o di punitivo. E quest'ultima fattispecie fa soffrire molto», ha dichiarato Monsignor Cornacchia in una lunga intervista al giornale "Luce&Vita".
Un aspetto umano che lo ha fatto subito amare e volere bene da tutti. Fondamentale per lui che ha ereditato la Diocesi in un momento di lutto profondo a seguito delle premature e drammatiche morti di Monsignor Luigi Martella e don Mimmo Amato e che, soprattutto, come ogni Vescovo deve fare i conti con i confronti con don Tonino Bello che ha conosciuto e con cui ha anche collaborato. Anzi, proprio l'affetto per don Tonino ha spinto nei mesi scorsi Monsignor Cornacchia a chiedere ufficialmente a Papa Francesco di venire a Molfetta nel 2018 in occasione delle celebrazioni del venticinquesimo anniversario della sua dipartita.
«I prossimi anni? Vorrei vivere la novità del quotidiano fra la gente e consumarmi per il prossimo», ha continuato Cornacchia.
Gli editori, il direttore e tutti i giornalisti di InnovaNews formulano i più sinceri auguri a Monsignor Domenico Cornacchia.