Ribaltarono auto nella notte di Capodanno a Molfetta, tutti condannati
Inflitte pene fra 1 anno e 4 mesi e 1 anno, rischiavano fino a 7 anni: gli imputati dovranno anche risarcire il danno cagionato al Comune
venerdì 4 luglio 2025
9.52
Petardi esplosi all'interno di un'auto ribaltata. Piazza Vittorio Emanuele, a Molfetta, trasformata in un campo di battaglia. La notte di Capodanno di due anni fa un gruppo di ragazzi ribaltarono un'auto ed esplosero numerosi petardi. Ieri, per quella notte di follia, sette sono stati condannati con pene fino a 1 anno e 4 mesi.
Questo perché i disordini avvenuti nel 2023 a Molfetta nono sono configurabili come «attentato all'ordine pubblico». Per questo il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Trani, Domenico Zeno, ha condannato sette imputati, tra i 20 e i 36 anni, a pene tra i 12 e i 16 mesi di reclusione, riqualificando il reato di pubblica intimidazione con l'uso di ordigni e materiale esplodente, che prevede la condanna fino a 8 anni, in quello di minore gravità di accensioni e esplosioni pericolose.
1 anno e 4 mesi di reclusione, al termine del processo celebrato con il rito abbreviato, sono stati inflitti a Felice Allegretta, Antonio Gigante, Massimiliano Squeo, Daniele De Pinto e Pasquale Allegretta, condannati al pagamento di 2.400 euro di multa, mentre Stefano Cormio e Pantaleo Sciancalepore dovranno scontare 1 anno oltre a 1.000 euro di multa. Per gli imputati, il pubblico ministero della Procura di Trani, Marco Gambardella, aveva chiesto condanne fino a 7 anni e 4 mesi.
I sette imputati, «unificati i reati dal vincolo della continuazione» e «ritenuta la recidiva come loro contestata», sono stati ritenuti colpevoli del reato di accensioni e esplosioni pericolose, rispetto a quello di pubblica intimidazione con uso di ordigni e materiale esplodente introdotto dal decreto Caivano del 2023. Gli imputati sono coinvolti nei disordini avvenuti due anni prima a Molfetta, quando un gruppo di ragazzi ribaltarono un'auto ed esplosero petardi, danneggiando due veicoli.
Due settimane dopo i fatti, i Carabinieri della Compagnia cittadina arrestarono cinque dei sette giovani con l'accusa di pubblica intimidazione con l'uso di ordigni e di materiale esplodente, un reato introdotto dal decreto Caivano del 2023. Altri due furono arrestati a febbraio. Nei confronti di altri tre procede la magistratura minorile. Nel processo sono stati assistiti dagli avvocati Luca Bruno, Giuseppe Germinario, Mauro Palma, Ada Rosito, Michele Salvemini, Ada e Giovanna Vista.
Tutti gli imputati condannati in primo grado, inoltre, dovranno risarcire pure il danno cagionato al Comune di Molfetta, rappresentato in aula dall'avvocato Patrizia Alboreo. Per questo le parti sono state rimesse dinanzi al giudice civile per la sua liquidazione. Le motivazioni saranno comunicate entro il termine di 90 giorni.
Questo perché i disordini avvenuti nel 2023 a Molfetta nono sono configurabili come «attentato all'ordine pubblico». Per questo il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Trani, Domenico Zeno, ha condannato sette imputati, tra i 20 e i 36 anni, a pene tra i 12 e i 16 mesi di reclusione, riqualificando il reato di pubblica intimidazione con l'uso di ordigni e materiale esplodente, che prevede la condanna fino a 8 anni, in quello di minore gravità di accensioni e esplosioni pericolose.
1 anno e 4 mesi di reclusione, al termine del processo celebrato con il rito abbreviato, sono stati inflitti a Felice Allegretta, Antonio Gigante, Massimiliano Squeo, Daniele De Pinto e Pasquale Allegretta, condannati al pagamento di 2.400 euro di multa, mentre Stefano Cormio e Pantaleo Sciancalepore dovranno scontare 1 anno oltre a 1.000 euro di multa. Per gli imputati, il pubblico ministero della Procura di Trani, Marco Gambardella, aveva chiesto condanne fino a 7 anni e 4 mesi.
I sette imputati, «unificati i reati dal vincolo della continuazione» e «ritenuta la recidiva come loro contestata», sono stati ritenuti colpevoli del reato di accensioni e esplosioni pericolose, rispetto a quello di pubblica intimidazione con uso di ordigni e materiale esplodente introdotto dal decreto Caivano del 2023. Gli imputati sono coinvolti nei disordini avvenuti due anni prima a Molfetta, quando un gruppo di ragazzi ribaltarono un'auto ed esplosero petardi, danneggiando due veicoli.
Due settimane dopo i fatti, i Carabinieri della Compagnia cittadina arrestarono cinque dei sette giovani con l'accusa di pubblica intimidazione con l'uso di ordigni e di materiale esplodente, un reato introdotto dal decreto Caivano del 2023. Altri due furono arrestati a febbraio. Nei confronti di altri tre procede la magistratura minorile. Nel processo sono stati assistiti dagli avvocati Luca Bruno, Giuseppe Germinario, Mauro Palma, Ada Rosito, Michele Salvemini, Ada e Giovanna Vista.
Tutti gli imputati condannati in primo grado, inoltre, dovranno risarcire pure il danno cagionato al Comune di Molfetta, rappresentato in aula dall'avvocato Patrizia Alboreo. Per questo le parti sono state rimesse dinanzi al giudice civile per la sua liquidazione. Le motivazioni saranno comunicate entro il termine di 90 giorni.