Banco Bpm, nel capitale anche la Cattolica Popolare di Molfetta

L'istituto alla ricerca di un nucleo stabile di soci

sabato 21 gennaio 2017
Nei primi tre giorni di scambi, il Banco Bpm, che con la fusione della Popolare di Milano e del Banco di Verona è diventata la terza banca italiana è salita in Borsa del 18,7%.

Attorno alla public company caratterizzata finora da un azionariato molto diffuso (e questo perché è nata dall'unione di due ex Popolari) si è creata molto attesa per capire chi sono i soci di riferimento e se sarà possibile creare un nucleo stabile a sostegno della governance, che è appena stata nominata lo scorso primo gennaio e che ha al vertice il Ceo Giuseppe Castagna.

Il presidente Fratta Pasini si sta attivando per creare il nucleo stabile. Nel frattempo, la domanda è se a comprare finora sono stati i vecchi soci dei due istituti che si sono fusi.

Per quanto riguarda il Banco Popolare, si tratta della Fondazione CariLucca (che aveva il 2,27% del Banco Popolare e ora l'1,2% circa del Banco Bpm), CariVerona (che aveva lo 0,75% e quindi dovrebbe avere lo 0,4% della nuova banca), ma anche la Cattolica Popolare di Molfetta, Unipol e soci privati come Sandro Veronesi (Calzedonia).

Le Fondazioni non dovrebbero vendere (anche perché hanno valori di carico molto superiori ai corsi attuali), ma Cariverona, come ha dichiarato il direttore generale Giacomo Marino, sarà un «socio di accompagnamento strategico». Difficilmente nel Banco Bpm aumenterà la quota.

Dall'altro lato, i soci Bpm, come risultavano dal verbale dell'assemblea del 15 ottobre 2016, erano costituiti da fondi come BlackRock, Wrm Capital, Dimensional Fund e Norges Bank.

Se il titolo è salito in Borsa, la terza banca italiana vale comunque soltanto 4 miliardi: il 27 marzo scadrà il limite dei diritti di voto fino al 5%, come previsto dalla legge di riforma delle Popolari, e per raggiungerne il controllo basterebbe poco più di un miliardo di euro.