Assalto a Molfetta: esploso il bancomat del Monte dei Paschi di Siena
L’assalto in via Respa: utilizzata una sola carica deflagrante, ma ladri in fuga a mani vuote. Sul posto i Carabinieri
mercoledì 1 ottobre 2025
08.00
Con il materiale esplodente hanno fatto esplodere la cassa automatica, per poi scappare: è in sintesi la cronaca dell'ennesimo assalto ad un bancomat, avvenuto nel barese. Epicentro dell'episodio, questa volta, Molfetta, con il bancomat del Monte dei Paschi di Siena preso di mira da ignoti malviventi costretti, però, a fuggire a mani vuote.
Uguale ai precedenti è stata la tecnica impiegata, quella della "marmotta", già usata per assalti simili e tentativi analoghi, ovvero introducendo del materiale pirico nella fessura del macchinario con l'aiuto di un tubo e una miccia. Il boato e l'esplosione (i ladri, almeno due quelli entrati in azione, hanno fatto saltare il bnacomat e scardinato il vano blindato) hanno svegliato chi abita in via Respa, ma il colpo non è andato a segno: i banditi, infatti, non sono riusciti a portar via le banconote.
Il piano è stato dettagliato, nella sua semplicità. I malviventi, forse gli stessi di altre scorribande avvenute nel corso degli ultimi mesi nel barese, hanno atteso che calasse il buio più pesto e che arrivasse l'orario giusto, verso le ore 03.20, quello il cui le strade sono deserte, per presentarsi davanti all'istituto bancario, coi volti coperti. Poi, dopo avere inserito del materiale esplosivo nell'erogatore di banconote, hanno scardinato il bancomat. Un'azione velocissima, ma senza successo.
L'onda d'urto, in ogni modo, ha causato danni ingenti. La dinamica, da mesi ormai, è sempre la stessa: anche stavolta i malviventi hanno impiegato la consueta tecnica della "marmotta", un oggetto in metallo con all'estremità un cono metallico, capace di contenere la polvere da sparo. All'estremità opposta si trova invece l'innesco, che viene azionato dopo avere inserito il manufatto nell'erogatore delle banconote. Un dispositivo dalla "coda piatta", usato per simili assalti esplosivi.
Anche in quest'ultimo caso l'esplosione ha danneggiato parte dell'istituto di credito, svegliando di soprassalto i numerosi residenti della zona: il boato, infatti, ha scosso l'intera zona, provocando il panico tra i residenti, mentre i ladri si sono allontanati a mani vuote. Nessun danno strutturale è stato registrato nel plesso che ospita la banca né ci sono stati feriti, mentre sul posto sono intervenuti i Carabinieri dell'Aliquota Radiomobile della Compagnia della città, i quali hanno eseguito i rilievi tecnici.
Gli investigatori, col supporto dei militari della Sezione Investigazioni Scientifiche dell'Arma di Bari, hanno acquisito i filmati di videosorveglianza, nella speranza di raccogliere preziosi indizi. Non è affatto escluso, anzi è la pista più battuta, che ad agire sia la stessa banda che il mese scorso ha già colpito in terra di Bari.
Uguale ai precedenti è stata la tecnica impiegata, quella della "marmotta", già usata per assalti simili e tentativi analoghi, ovvero introducendo del materiale pirico nella fessura del macchinario con l'aiuto di un tubo e una miccia. Il boato e l'esplosione (i ladri, almeno due quelli entrati in azione, hanno fatto saltare il bnacomat e scardinato il vano blindato) hanno svegliato chi abita in via Respa, ma il colpo non è andato a segno: i banditi, infatti, non sono riusciti a portar via le banconote.
Il piano è stato dettagliato, nella sua semplicità. I malviventi, forse gli stessi di altre scorribande avvenute nel corso degli ultimi mesi nel barese, hanno atteso che calasse il buio più pesto e che arrivasse l'orario giusto, verso le ore 03.20, quello il cui le strade sono deserte, per presentarsi davanti all'istituto bancario, coi volti coperti. Poi, dopo avere inserito del materiale esplosivo nell'erogatore di banconote, hanno scardinato il bancomat. Un'azione velocissima, ma senza successo.
L'onda d'urto, in ogni modo, ha causato danni ingenti. La dinamica, da mesi ormai, è sempre la stessa: anche stavolta i malviventi hanno impiegato la consueta tecnica della "marmotta", un oggetto in metallo con all'estremità un cono metallico, capace di contenere la polvere da sparo. All'estremità opposta si trova invece l'innesco, che viene azionato dopo avere inserito il manufatto nell'erogatore delle banconote. Un dispositivo dalla "coda piatta", usato per simili assalti esplosivi.
Anche in quest'ultimo caso l'esplosione ha danneggiato parte dell'istituto di credito, svegliando di soprassalto i numerosi residenti della zona: il boato, infatti, ha scosso l'intera zona, provocando il panico tra i residenti, mentre i ladri si sono allontanati a mani vuote. Nessun danno strutturale è stato registrato nel plesso che ospita la banca né ci sono stati feriti, mentre sul posto sono intervenuti i Carabinieri dell'Aliquota Radiomobile della Compagnia della città, i quali hanno eseguito i rilievi tecnici.
Gli investigatori, col supporto dei militari della Sezione Investigazioni Scientifiche dell'Arma di Bari, hanno acquisito i filmati di videosorveglianza, nella speranza di raccogliere preziosi indizi. Non è affatto escluso, anzi è la pista più battuta, che ad agire sia la stessa banda che il mese scorso ha già colpito in terra di Bari.