Appalti e incarichi, terremoto a Molfetta. 8 indagati, c'è Minervini. I NOMI
Per il primo cittadino la Procura ha chiesto i domiciliari: interrogatorio il 2 maggio. Tra gli indagati anche un luogotenente della Guardia di Finanza
giovedì 24 aprile 2025
13.39
Un nuovo terremoto giudiziario ha sconvolto il Comune di Molfetta, finito in passato nel mirino della magistratura. La Procura della Repubblica di Trani ha chiesto gli arresti domiciliari del sindaco Tommaso Minervini che il prossimo 2 maggio sarà sottoposto ad un interrogatorio preventivo come previsto dal codice penale.
Il primo cittadino, al suo secondo mandato ed a capo di una giunta di liste civiche, è coinvolto in una inchiesta che conta complessivamente 8 indagati, relativa a presunti favori fatti a vari imprenditori in cambio di sostegno elettorale. L'inchiesta, partita dal sequestro dell'area mercatale di viale monsignor Bello, è avvenuta con la notifica dell'invito agli interrogatori preventivi che gli indagati dovranno sostenere il 2 maggio davanti al giudice per le indagini preliminari Marina Chiddo.
Le ipotesi di reato, contestate a vario titolo dai pubblici ministeri titolari del fascicolo, Francesco Tosto e Giuseppe Francesco Aiello, sono di corruzione, turbativa d'asta, peculato e falso, per un totale di 21 capi di imputazione. L'attività di indagine è successiva agli accertamenti fatti dai finanzieri della Compagnia cittadina che tre anni fa hanno iniziato a indagare su possibili irregolarità nella gara per la realizzazione della nuova area mercatale: il cantiere fu sottoposto a sequestro.
Da queste verifiche sarebbero emerse altre irregolarità. Oltre a Minervini sono indagati pure il suo autista, Tommaso Messina, il luogotenente delle Fiamme Gialle Michele Pizzo, l'imprenditore Vito Leonardo Totorizzo, i tre dirigenti Alessandro Binetti, Lidia De Leonardis e Domenico Satalino oltre al funzionario Mario Morea.
Il primo cittadino, al suo secondo mandato ed a capo di una giunta di liste civiche, è coinvolto in una inchiesta che conta complessivamente 8 indagati, relativa a presunti favori fatti a vari imprenditori in cambio di sostegno elettorale. L'inchiesta, partita dal sequestro dell'area mercatale di viale monsignor Bello, è avvenuta con la notifica dell'invito agli interrogatori preventivi che gli indagati dovranno sostenere il 2 maggio davanti al giudice per le indagini preliminari Marina Chiddo.
Le ipotesi di reato, contestate a vario titolo dai pubblici ministeri titolari del fascicolo, Francesco Tosto e Giuseppe Francesco Aiello, sono di corruzione, turbativa d'asta, peculato e falso, per un totale di 21 capi di imputazione. L'attività di indagine è successiva agli accertamenti fatti dai finanzieri della Compagnia cittadina che tre anni fa hanno iniziato a indagare su possibili irregolarità nella gara per la realizzazione della nuova area mercatale: il cantiere fu sottoposto a sequestro.
Da queste verifiche sarebbero emerse altre irregolarità. Oltre a Minervini sono indagati pure il suo autista, Tommaso Messina, il luogotenente delle Fiamme Gialle Michele Pizzo, l'imprenditore Vito Leonardo Totorizzo, i tre dirigenti Alessandro Binetti, Lidia De Leonardis e Domenico Satalino oltre al funzionario Mario Morea.
8 INDAGATI: TUTTI I NOMI:
- Minervini Tommaso;
- Binetti Alessandro;
- De Leonardis Lidia;
- Messina Tommaso;
- Morea Mario;
- Pizzo Michele;
- Satalino Domenico;
- Totorizzo Vito Leonardo.