leo amato
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«Lasciamo una Multiservizi portata in sicurezza»

Nota dell'uscente presidente Leo Amato

Da parte di Leo Amato, presidente della Molfetta Multiservizi, riceviamo e pubblichiamo integralmente la seguente nota.


«Una informazione resa nei giorni scorsi, mi stimola a raccontare l'esperienza Molfetta Multiservizi SpA, e cosa lasciamo in eredità. Circostanza che mi auguro possa essere apprezzata da coloro che credono nel diritto all'informazione corretta dei cittadini.
Racconto la mia esperienza alla "guida" della Società, che parte da aprile 2015. Chi conosce le vicende societarie mi ha riferito che l'ultimo anno e mezzo è stato il periodo più travagliato della sua ventennale storia.
Una "guida" non in solitaria, l'ho già detto, ma che ha avuto tanti protagonisti con cui condivido oggi tutti i risultati raggiunti.
Dicevo di aprile 2015.
Appena insediatomi sono stato catapultato nell'ormai noto contenzioso (conseguenza di errori delle passate amministrazioni) tra l'ex socio privato e il Comune di Molfetta.
Il CdA da me presieduto era sede di fortissime tensioni, data la contrapposizione tra gli interessi del socio privato rappresentato dai 2 consiglieri di sua nomina (di cui uno con funzione di Amministratore Delegato) e gli interessi pubblici difesi dai 3 consiglieri di nomina pubblica (io, Giuseppe Spadavecchia e Rosanna Magarelli).
In questo clima ho e abbiamo dovuto tenere la barra dritta, perché pur essendovi il contenzioso, pur con tutte le tensioni, vi erano i servizi, le scadenze dei contratti, l'organizzazione del personale e tutti i piccoli e grandi problemi che ogni giorno si sono presentati. Abbiamo sempre difeso il patrimonio sociale che, trattandosi di società pubblica, è patrimonio pubblico.
Soprattutto c'erano e ci sono i lavoratori della Molfetta Multiservizi SpA. A loro ho sempre pensato nei momenti di maggiore tensione. Per loro, e perché credo fermamente che la Molfetta Multiservizi SpA sia utile e necessaria per la città, grazie ai determinanti consigli degli amici, mi sono sempre convinto ad andare avanti e a restare sulla famigerata poltrona.
Il momento di massima tensione vi è stato tra ottobre e novembre 2015. Periodo che ha visto una forte collaborazione tra governance, Sindaco e Amministrazione.
Massima tensione, perché convocare l'assemblea per lo scioglimento di una Società che conta 61 lavoratori - ve lo assicuro - non fa dormire la notte!
Non entro nei dettagli, ma ricordo tutto di quelle settimane, gli incontri, le mail, i whatsapp, i messaggi alle 6 di mattina e a mezzanotte, le infinite telefonate, le riunioni domenicali, i mal di pancia, i dubbi.
L'esito è noto: il contenzioso fu risolto dall'Amministrazione Natalicchio, e a dicembre 2015 tutte le quote della Società sono tornate in mano pubblica.
Da gennaio 2016 si è aperta una nuova fase. Intanto i membri di nomina privata si sono dimessi, ivi compreso l'Amministratore Delegato.
E qui mi permetto di precisare meglio l'informazione resa nei giorni scorsi. Il costo complessivo di 100.000 euro per i corrispettivi, cui si è fatto riferimento, si riferisce al CdA a 5 membri comprensivo dei membri di nomina privata a cui spettava, per patti parasociali, anche la nomina dell'A. Delegato con il relativo compenso. Il CdA uscente, invece, costituito da 3 membri, è costato complessivamente 59.400,00 euro, come ancora rilevabile dalla sezione trasparenza del sito della Società.
Le politiche di risparmio erano già state intraprese dal CdA attraverso queste semplici azioni: dimessosi l'Amministratore Delegato, le stesse deleghe mi furono attribuite in aggiunta a quelle che mi competevano come Presidente, senza alcun compenso aggiuntivo. Eppure, con le nuove deleghe, le responsabilità si sono moltiplicate, ma il CdA (a 3 membri) all'unanimità deliberò di mantenere il corrispettivo del Presidente con funzioni di Amministratore Delegato a 28.800 euro lordi annui. Oggi l'attuale amministratore unico, a cui ho avuto già modo di augurare un proficuo lavoro, percepirà un corrispettivo base di 30.000 euro. Corrispettivo che diventerà di 45.000,00 in caso di utili conseguiti dalla società. Voglio essere chiaro: ho sempre ritenuto, e ne resto convinto, che il corrispettivo non fosse congruo rispetto alle responsabilità e all'impegno profuso. Quindi condivido la scelta di elevarlo. Ma il risparmio dei costi di governance derivano dalla scelta della forma di amministrazione mediante Amministratore Unico rispetto a quella collegiale di CdA.
A tal proposito non ritengo la scelta dell'A. Unico quella più idonea, pur comprendendo che si tratta di una scelta indotta dalle novità legislative. La mia esperienza mi convince che senza lo stimolo, il confronto, l'attenzione e la condivisone di molte delle tematiche tra diverse professionalità non possa scaturire una positiva tensione sulle problematiche affrontate. Trattandosi di patrimonio pubblico avere una pluralità di punti di vista mi sembra oltretutto corretto e necessario.
Grazie al confronto, nell'ultimo anno e mezzo, e soprattutto nell'ultimo semestre, non sono mancati interventi sull'assetto organizzativo con diverse decisioni che hanno meglio e più chiaramente descritto i compiti di ciascuno e l'organigramma aziendale. Sono state apportate, in più occasioni, migliorie e modifiche al modello di organizzazione e controllo ai sensi del d.lgs. 231/2001 e in tema di trasparenza. In accordo con le organizzazioni sindacali è stato approvato e sottoscritto il regolamento per la concessione delle anticipazioni di TFR, rendendo in tal modo più uniforme la concessione delle anticipazioni. Organizzazioni sindacali con cui, per lo più, vi è stata sempre una dialettica positiva e schietta, molto condizionata dalla oggettiva situazione societaria, che non ha però impedito di affrontare le contingenze più urgenti.
Quanto al nuovo Statuto, dopo l'acquisizione delle quote, sin da subito la governance aziendale ha stimolato l'unico Socio (pubblico) circa le sue modifiche e il futuro assetto della Società. Ne è scaturito un dibattito politico tra le forze di maggioranza, intrecciato con le modifiche legislative in corso di definizione. Per cui ne è stata redatta una prima bozza alla cui stesura hanno partecipato la governance della società e il consulente aziendale, dott. Ciccolella, bozza poi passata al vaglio di diverse figure (Sindaco, Assessore al ramo, Notaio). Si tratta in larghissima parte dello statuto già approvato dalla Giunta Natalicchio, e definitivamente approvato dal Commissario, con piccole innovazioni in linea con le novità normative intanto intervenute. Dopo vent'anni la Società ha un nuovo e più moderno Statuto, ed è stato finalmente superato quello già da tempo obsoleto.
Si è trattato del necessario preludio alla scelta della società in house, ma che necessitava anche di un piano industriale. Un piano industriale che in vent'anni di storia non è stato mai approvato, e che oggi lasciamo in eredità a chi ci segue. Può darsi sia perfettibile, è certamente modificabile, ma si tratta di una ottima guida da cui continuare.
Il piano industriale rappresenta una delle mie soddisfazioni maggiori. Non solo per il documento in se, ma per il notevole coinvolgimento di tantissime figure. Vi hanno collaborato in tanti: le segretarie, la responsabile del personale, i direttori tecnici, l'ufficio amministrativo e la relativa responsabile per il gran lavoro di elaborazione dei dati di contabilità - settore per settore; il consulente aziendale dott. Ciccolella e il Consigliere dott. Giuseppe Spadavecchia per il solito e prezioso contributo di stimolo, controllo e suggerimento. Io? Io ho coordinato tutto il lavoro, ho letto e corretto, ho dettato i tempi, ho rotto le...scatole a tutti. Quando ci è stato chiesto con "massima urgenza" dall'Ente, ci siamo fatti trovare pronti.
Abbiamo risolto tutto? No. Ci sono ancora temi irrisolti, molte cose su cui lavorare, tanti aspetti da migliorare.
Nelle ultime settimane avevo chiesto ai direttori tecnici di iniziare a lavorare sulla carta dei servizi, avevo, con la responsabile amministrativa, elaborato un regolamento per l'affidamento degli incarichi legali che avrei sottoposto nel primo CdA utile.
È stato tutto rose e fiori?
No. Ci sono stati anche gli sgambetti, le accuse infami, la peggiore dietrologia, ci sono stati i disfattisti e i qualunquisti, quelli che "è tutto sbagliato" e quelli che hanno cercato di piegarmi, ma non sapevano che per piegare me avrebbero dovuto piegare tutti coloro che mi hanno sostenuto (è un elenco lungo che non ripeto).
Cosa lasciamo in eredità?
Consegniamo a chi ci segue – che apprendo, con piacere, ha competenze professionali e gestionali – una Molfetta Multiservizi SpA portata in sicurezza da acque tempestose, che dopo oltre sette mesi di gestione dell'Amministratore Delegato e del CdA uscente, presenta una situazione contabile infrannuale per i primi sette mesi del 2016 in positivo, e con l'enorme occasione, dopo molti anni, di porre in essere quegli investimenti che consentiranno alla Società di integrare le risorse umane e rinnovare la propria struttura produttiva e rendere alla mia amata città servizi sempre migliori, in condizioni di efficienza ed efficacia.
Infatti con l'ultimo bilancio il CdA ha proposto, e il Socio ha approvato, di destinare circa 176.000 euro di utili "a riserva straordinaria, al fine di patrimonializzare la società e perseguire le finalità di sviluppo futuro della stessa".
Infine, il complimento più significativo. In modo inaspettato, una mattina di qualche mese fa, qualcuno del personale della Multiservizi mi disse: "ci hai ridato entusiasmo, con te ci sentiamo importanti". Nei giorni successivi, e nei saluti degli ultimi giorni, ho compreso che non era una opinione isolata.
Credo sia l'eredità più importante che lasciamo!»
  • Multiservizi Molfetta
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