Chiesa locale
La parrocchia Sacro Cuore di Gesù ricorda il Beato Pier Giorgio Frassati
Pier Giorgio Frassati, il beato torinese, a novant'anni dalla morte e a venticinque dalla beatificazione.
Molfetta - domenica 5 luglio 2015
11.29
Non solo il capoluogo piemontese ha celebrato la festa del Beato Pier Giorgio Frassati, ma anche a Molfetta la parrocchia Sacro Cuore di Gesù ha ricordato la figura del giovane universitario di Torino, morto a soli 24 anni nel 1925. Mons. Domenico Amato, Vicario generale nella nostra diocesi ha presieduto la messa nel giorno della Festa del Beato, ricordando la sua testimonianza e un motto sempre attuale ripetuto ai fedeli, giovani e adulti: quel bisogna "vivere non vivacchiare".
Lo stesso Mons. Domenico Amato, ha ricordato nella sua omelia che sono passati 90 anni dalla sua morte per una poliomelite e dal suo funerale, «l'inizio della sua santificazione» che svelò anche alla famiglia la notorietà del giovane nato il 6 aprile 1901. Attorno al feretro non c'era solo la Torino borghese (il padre Alfredo era stato fondatore e direttore del quotidiano La Stampa, la madre Adelaide era un'affermata pittrice), ma una moltitudine di persone sconosciute, gente del popolo, «poveri provenienti da ogni parte, perfino un cieco che si era fatto largo fra la gente per toccare la bara», come annota Luciana, sorella minore di un anno. C'erano gli amici della San Vincenzo a testimoniare la carità come stile di vita di quel giovane «che correva sempre per i poveri», fin dagli anni liceali dai Gesuiti e alla scelta universitaria di Ingegneria per un giorno andare in America Latina a lavorare fra i minatori. Al funerale parteciparono anche le guide del Club alpino italiano, al quale Frassati si era iscritto a 17 anni, e della Giovane montagna, l'associazione cattolica nata a Torino e ancor oggi attiva con 3 mila soci.
A Molfetta già nel lontano 1932, per volontà del Vescovo Mons. Pasquale Gioia, si costituì presso la parrocchia del Sacro Cuore di Gesù l'Associazione giovanile di Azione Cattolica, intitolata al giovane universitario di Torino, Pier Giorgio Frassati. Quando nel 1990, Papa Giovanni Paolo II beatificava il giovane Frassati, tra gli ex soci di AC si sentì l'esigenza di incontrarsi per riflettere sulla figura del giovane Pier Giorgio: l'incontro si tenne il 4 luglio di quell'anno assieme ai nuovi aderenti di Azione Cattolica. Da allora il 4 luglio è diventato giorno di Festa, incontro annuale di preghiera, riflessione e fraternità. Durante l'incontro del secondo anno, l'ing. de Palma Nicola propose di costituire un gruppo di volontariato, intitolato e ispirato al giovane Frassati. La proposta venne accolta con entusiasmo e nel 1992 fu sottoscritto l'Atto di Costituzione dell'Associazione di volontariato "Pier Giorgio Frassati".
Oggi come allora l'associazione è sempre sensibile ai bisogni delle persone e alle forme di povertà del territorio parrocchiale, vicina non solo con il sostegno economico, ma anche morale e psicologico attraverso un Centro di ascolto. L'associazione lavora in sinergia con i servizi sociali del Comune di Molfetta, con gli organi regionali di volontariato, con la Caritas parrocchiale e diocesana. Insieme ai giovani e a degli adulti della comunità porta avanti il progetto del doposcuola per i bimbi del quartiere.
Inoltre di recente anche il Papa lo ha ricordato durante la sua visita a Torino dello scorso 21 giugno: «Frassati è un modello di fiducia e audacia evangelica per i giovani d'Italia e del mondo».
Lo stesso Mons. Domenico Amato, ha ricordato nella sua omelia che sono passati 90 anni dalla sua morte per una poliomelite e dal suo funerale, «l'inizio della sua santificazione» che svelò anche alla famiglia la notorietà del giovane nato il 6 aprile 1901. Attorno al feretro non c'era solo la Torino borghese (il padre Alfredo era stato fondatore e direttore del quotidiano La Stampa, la madre Adelaide era un'affermata pittrice), ma una moltitudine di persone sconosciute, gente del popolo, «poveri provenienti da ogni parte, perfino un cieco che si era fatto largo fra la gente per toccare la bara», come annota Luciana, sorella minore di un anno. C'erano gli amici della San Vincenzo a testimoniare la carità come stile di vita di quel giovane «che correva sempre per i poveri», fin dagli anni liceali dai Gesuiti e alla scelta universitaria di Ingegneria per un giorno andare in America Latina a lavorare fra i minatori. Al funerale parteciparono anche le guide del Club alpino italiano, al quale Frassati si era iscritto a 17 anni, e della Giovane montagna, l'associazione cattolica nata a Torino e ancor oggi attiva con 3 mila soci.
A Molfetta già nel lontano 1932, per volontà del Vescovo Mons. Pasquale Gioia, si costituì presso la parrocchia del Sacro Cuore di Gesù l'Associazione giovanile di Azione Cattolica, intitolata al giovane universitario di Torino, Pier Giorgio Frassati. Quando nel 1990, Papa Giovanni Paolo II beatificava il giovane Frassati, tra gli ex soci di AC si sentì l'esigenza di incontrarsi per riflettere sulla figura del giovane Pier Giorgio: l'incontro si tenne il 4 luglio di quell'anno assieme ai nuovi aderenti di Azione Cattolica. Da allora il 4 luglio è diventato giorno di Festa, incontro annuale di preghiera, riflessione e fraternità. Durante l'incontro del secondo anno, l'ing. de Palma Nicola propose di costituire un gruppo di volontariato, intitolato e ispirato al giovane Frassati. La proposta venne accolta con entusiasmo e nel 1992 fu sottoscritto l'Atto di Costituzione dell'Associazione di volontariato "Pier Giorgio Frassati".
Oggi come allora l'associazione è sempre sensibile ai bisogni delle persone e alle forme di povertà del territorio parrocchiale, vicina non solo con il sostegno economico, ma anche morale e psicologico attraverso un Centro di ascolto. L'associazione lavora in sinergia con i servizi sociali del Comune di Molfetta, con gli organi regionali di volontariato, con la Caritas parrocchiale e diocesana. Insieme ai giovani e a degli adulti della comunità porta avanti il progetto del doposcuola per i bimbi del quartiere.
Inoltre di recente anche il Papa lo ha ricordato durante la sua visita a Torino dello scorso 21 giugno: «Frassati è un modello di fiducia e audacia evangelica per i giovani d'Italia e del mondo».