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Politica

Da de Nicolo a Di Gioia: tutti gli spiriti inquieti del Pd

Un Partito e tante anime che agitano i Dem

Salutata come la più eccezionale presa del potere, quella di Antonio Di Gioia, sta per mutarsi nella più lunga delle agonie di casa Dem. Dimettersi o rimanere? Le trattative vanno avanti nel centrosinistra ma arrivare ad un punto d'incontro è sempre più difficile soprattutto quando le anime che agitano il partito sono tante, forse troppe.

Così, se nei prossimi giorni non si riuscisse a trovare la quadra sul nome del candidato sindaco, dalla direzione del Pd, sarebbero plausibili le dimissioni del rottamatore e neoliberista Antonio Di Gioia. E già la direzione si annuncia ultima, tesa, una resa dei conti. Torna così il lessico da vecchio partito, le correnti litigiosissime ed irremovibili l'assedio alla segreteria. Insomma, è ricominciata non la conta dei voti, ma quella degli spiriti. Eccone alcuni…

Piero de Nicolo

Era pronto a dedicarsi interamente al Borgorosso. Poi ha scoperto che la vita da ex segretario è sicuramente più interessante di quella sugli spalti. Pubblica post del governatore della Puglia Michele Emiliano, contrapposto al renzismo di Di Gioia, al quale potrebbe presentare il conto. La verità è che forse sogna di ritornare al suo posto. Ha sempre detto di poter fare a meno della politica e invece si è ammalato di politica (ricaduta).

Roberto la Grasta

Senza riposo e senza respiro. Di Gioia è stato l'elisir di Roberto la Grasta. La storia lo aveva accantonato, ma il segretario lo ha restituito alla contemporaneità. Mai i suoi baffi erano stati più biforcuti e pregni di cinismo. Etichettato già dalla scorsa primavera quale causa dei nervi saltati insieme alla poltrona del sindaco Natalicchio dopo il suo ultimo intervento in aula. Il 2017 si è aperto con il medesimo rancore politico.

Giuseppe Percoco

È il "giovanotto" del Pd, l'ex GD. Il vice segretario (con nomina?) si siede al tavolo delle trattative del centrosinistra con pancia e strepito per proseguire la sua carriera politica ed evitare così di essere ricordato solo come l'ex Capogruppo e Consigliere Comunale Dem di un'amministrazione caduta prematuramente.

Antonio Di Gioia

Il più sobrio e il più leale. L'anti leader. Rimarrebbe a fare il segretario come desidera il suo fido, Pietro Capurso, ma non sa tradire de Nicolo che, proprio per il carattere, lo ha scelto come successore al Circolo di Corso Margherita. Cerca di smarcarsi dall'ingombrante figura di papà Lillino e si sponsorizza come unico probabile candidato in grado di fare da collante nel centrosinistra. Ma sarà capace di nascondere, come nella lettera rubata di Edgar Allan Poe, la sua lettera di dimissioni e dunque restare segretario?

Annalisa Altomare

Cerca un nuovo corso politico (con il senatore Azzollini?) ma è costretta, almeno per il momento, ad accontentarsi di Antonio di Gioia. Non se ne va dal Pd ma ogni giorno che passa è un'occasione per guardarsi intorno. È fedele alla ditta, ma a queste condizioni no.

Nicola Piergiovanni

In attesa perenne delle primarie. Condannato come Italo Svevo all'inettitudine del Partito Democratico. Da outsider dell'ex amministrazione si inventa post su Facebook con "notizie importanti", rilascia interviste. La geografia Dem lo condanna però a essere diviso fra la lotta e la contemplazione.

Saverio Digioia

Ex Udc. Pacato, politicamente competente e molto vicino al segretario uscente Piero de Nicolo. Risorsa nuova del Partito Democratico e membro del direttivo. Forse tra i più propensi all'allargamento tanto menzionato nella mozione che fu.

Giulio Germinario e Leo Amato

Entrambi ancora aggrappati alla primavera 2013. Citati di recente dall'ex sindaco Natalicchio proprio come stereotipi di candidato sindaco ideale. Secondo l'ex sindaco le personalità politiche migliori che il Pd potesse proporre. Fedelissimi della vecchia guardia.
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